Siamo alla vigilia di una nuova fase, se è vero che fra poco non saranno più obbligatorie le mascherine. E tutto tornerà come prima (?), compreso il pericolo del contagio che, se per caso si avverasse, ci riporterà nuovamente in maschera, se non chiusi in casa. Nel frattempo, in nome di un principio di sicurezza (ma è proprio così?) lo smartworking continua a subire proroghe in tante aziende, col risultato di svuotare le città sotto tanti punti di vista. Meno traffico, ma anche meno affari per quei bar e ristoranti che nella sola Milano arrivavano a sfornare 5 milioni di pasti al giorno – oggi una chimera. Quella che stiamo vivendo oggi, dal punto di vista commerciale, è una resistenza estrema, prima di fare i conti di chi ce l'ha fatta e chi no. I sindaci invocano il ritorno nei posti di lavoro, adducendo il valore della relazione che non si può sostituire con un webinar o una call, ma alla fine se ne riparlerà in autunno, perché tutti vogliono vedere cosa succederà, col pensiero non dichiarato che lo smartworking può anche ricondizionare gli spazi e disdire qualche affitto di troppo. Dunque non tutto sembra tornare esattamente come prima, perché se da un lato la vita sedentaria in casa a qualcuno non dispiace, dall'altra aumenta la voglia di uscire, di evadere. Il giornalista Mario Calabresi in questi mesi ha creato un sito dedicato alle "Altre storie" e nelle ultime settimane si è dedicato alla mobilità dolce, o meglio alla bicicletta, mettendosi su due ruote per fare il tragitto da Milano a Nembro o verso le risaie del Vercellese dove si scopre lo spettacolo degli aironi. Ed ha registrato un cambio di passo, nel senso di un ritorno virtuoso alla bici con l'iniziativa pubblica di creare piste ciclabili. Sarà un cambiamento epocale dopo il lockdown? Il mondo dell'accoglienza ha poi riscoperto il picnic e sono tantissime le iniziative promosse da cantine, aziende agrituristiche e ristoranti. Anche questo è un modo nuovo di concepire gli spazi, come fanno Massimo Spigaroli nella sua Corte Pallavicina di Polesine Parmense e Antonella Manuli della Maliosa di Saturnia, protagonisti con me di una chiacchierata sulla pagina Fb di "Golosaria" su un fenomeno che ha messo in luce una nuova relazione. Dove dettaglio e capacità di accoglienza creativa diventano modi per farsi ricordare. Non tutto allora tornerà come prima, anzi siamo già nel vortice del cambiamento. Chi non se n'è accorto, chi è fermo ad aspettare il ritorno di forme che non saranno più la norma, rischia di trovarsi fuori dal tempo.