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Responsabili verso un donoRenzoPegoraro

Renzo Pegoraro giovedì 3 febbraio 2022
Il verbo "custodire" nei confronti della vita può significare conservare, proteggere, rispettare, ma anche aver cura, sostenere, promuovere. Il tutto nasce dalla capacità di stupirsi della vita: il senso di meraviglia per la realtà, la consapevolezza di esistere come persone viventi, il mistero che la vita sempre rappresenta.
Dall'intero creato alla nostra condizione umana, il nostro stupore genera gratitudine per il dono della vita ricevuto e chiama all'impegno nel prendersi cura per ogni vita, accolta e protetta, specialmente se più fragile, vulnerabile, affidata all'attenzione e amore degli altri. Dalla vita umana a tutti gli esseri viventi. Il tutto si traduce in "risposta" di fronte a quanto ricevuto: il dono della natura, delle persone conosciute, direttamente o indirettamente, di relazioni e amicizie, della fede nel Dio della vita per i credenti. Si è cioè chiamati alla responsabilità, per custodire la propria vita, quella degli altri, quella della nostra "casa comune". Responsabilità verso la nostra salute, la premura verso il nostro corpo, il governo delle emozioni e degli affetti, l'educazione della nostra sessualità, l'equilibrio dei nostri bisogni e dei nostri consumi. Custodire noi stessi per essere capaci di amare, di perdonare, di coltivare relazioni vere e durature.
E c'è responsabilità verso la vita nascente, accolta a protetta perché possa crescere e realizzarsi, verso la vita che si ammala, soffre, volge al termine terreno e chiede presenza, cure, accompagnamento. Custodire è sempre espressione di speranza, nel riconoscere il valore del presente che è però aperto al futuro, al domani, al "non ancora". In attesa del Signore che sempre viene e visita la nostra esistenza, che ci dà il senso del tempo perché diventi storia di salvezza: per sé, per gli altri, per il creato intero.
Il nostro atteggiamento non vuole essere quello di Caino che domanda «sono forse io il custode di mio fratello?» (Genesi 4, 9), ma quello del sentirci fratelli e sorelle che si "custodiscono" a vicenda di fronte alle sfide, ai problemi, alle emergenze (vedi la pandemia di questi mesi) di cui è segnata l'umana esistenza. Persone che si "custodiscono" anche tra solidarietà, cura, progettualità e costanza nell'affrontare la vita insieme.
Cancelliere
Pontificia Accademia per la Vita