La riforma previdenziale che scatta dal 2013 lambisce anche la vita dei conventi e dei monasteri. La riforma colpisce, in particolare, l'assegno sociale che spetta ai cittadini italiani o della comunità europea, che abbiano residenza effettiva ed abituale in Italia, con almeno 65 anni di età e che siano senza redditi, oppure con redditi inferiori ad un limite indicato dall'Inps.Dal 1° gennaio 2013 viene modificato il requisito dell'età anagrafica. La riforma ha preso in particolare considerazione l'invecchiamento della popolazione e la relativa speranza di vita, un fattore che incide sulla durata dei pagamenti delle rendite. Di conseguenza, è stata aumentata a 65 anni e 3 mesi l'età per ottenere l'assegno sociale. L'aumento si applica per gli anni 2013-2017 (ma nel 2016 si valuterà se allungare da tre a sei mesi), mentre dal 2018 è già stabilito un secondo aumento a 66 anni di età e 3 mesi.La nuova situazione previdenziale non modifica le regole ancora in corso in questi ultimi giorni dell'anno. Pertanto, il religioso che compie i 65 anni entro il prossimo 31 dicembre ha diritto da gennaio all'assegno sociale secondo le ormai vecchie regole. È invece evidente quanto la novità della riforma incida sulla economia interna delle case religiose, chiamate a riconsiderare i pensionamenti delle suore e dei monaci più anziani.Inoltre, il ritardo nella maturazione del diritto comporta perdite impreviste per il singolo e per la rispettiva comunità. Nel 2013 l'importo dell'assegno sociale salirà dagli attuali 429 euro mensili a 442 euro. Di conseguenza, i religiosi che compiranno i 65 anni nel corso del gennaio 2013 dovranno attendere fino al successivo mese di maggio per vantare il diritto all'assegno, "perdendo" le rate da gennaio fino ad aprile compreso. In euro, la perdita corrisponde a 1.768 euro (pari a 442 euro per 4 mesi), ma a questi occorre aggiungere anche i 4 ratei di tredicesima del 2013, un gruzzolo di 149 euro, che si perdono per il differimento del diritto. In totale, sono 1.917 euro per il religioso sessantacinquenne nel 2013 e da moltiplicare per gli altri religiosi della comunità in pari condizioni. Dal 2014 si dovrà considerare il nuovo regime ormai stabilizzato nella gestione complessiva delle case religiose.
Pensioni sociali. Per i religiosi che riscuotono tuttora la vecchia pensione sociale (concessa fino all'anno 1995), proseguirà il regolare pagamento delle rate mensili, senza modifiche alle condizioni del diritto. Gli interessati hanno attualmente un'età superiore agli 82 anni e nel 2013 riscuoteranno 365 euro mensili, che comprendono il nuovo adeguamento al costo della vita.
Invalidi civili. La modifica per l'assegno sociale si riflette anche sulle presta-zioni agli inabili civili, invalidi parziali, sordomuti, che al compimento dei 65 anni vengono sostituite dall'assegno sociale. Anche per queste prestazioni, liquidate nel 2013, la sostituzione avverrà al compimento dei 65 anni e 3 mesi.