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Religione? Le Olimpiadi la Cina e san Tommaso

Gianni Gennari venerdì 10 agosto 2012
Non c'è più religione! Lo dicevano una volta: non vale più! C'è, eccome, anche dove meno te l'aspetti, anche dove non c'entra per niente. Un atleta italiano dal nome tedesco l'ha fatta grossa, anzi grave, truccando il suo fisico con sostanze proibite, ed ecco che i Tg aprono tutti a più riprese con la notizia apocalittica, e ieri le prime pagine traboccano. La fine del mondo! Di più. Prendi "Repubblica" e a centro prima pagina leggi: «Lacerimonia della confessione». Stesso titolone a p. 27, ove l'articolo ha un inizio evocativo: «La Santa Inquisizione olimpica ha avuto la propria vittima sacrificale». Stesso motivo finale con evocazione parabiblica di «un padre che aspetta il figlio prodigo» pentito, di «una catasta di legna» e dell'«agnello da sacrificare alla colpa per continuare a credere». Metà tra Vangelo e libro della Genesi 22. Non basta: sempre "Repubblica" due pagine (31-32) sono dedicate alla Cina, e si annuncia con grande visibilità che lì il futuro si sta preparando in «un conclave segreto». Per caso sempre ieri anche sul "Foglio"(p. II) in tema di Cina leggi del «Il Conclave del Partito comunista cinese»… C'è di meglio, però, e in ogni senso: "Domenica" del "Sole 24Ore", ovviamente domenica, prima pagina tutta dedicata a san Tommaso d'Aquino, grande articolo di Antony Kenny e commento un po' agrodolce di Adriano Massarenti, con lassù il consueto lampo del "Breviario" di Gianfranco Ravasi: un grande filosofo teologo di 7 secoli orsono e un cardinale di oggi in prima sull'illustre culturale di gran fama. Insomma: questa religione, più la tiri giù e più ti torna su. A qualcuno piace molto…