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Regolarità e dovizia di contenuti in un blog a cadenza domenicale

Guido Mocellin mercoledì 19 giugno 2019
Va ascritto al buono della Rete, e segnatamente della blogosfera ecclesiale che frequento, il fatto che vi si possa visitare anche – e non da oggi – un blog del professor Franco Cardini. Considero d'altro canto generoso, per uno studioso del suo livello e della sua fama, frequentare il web con regolarità e con dovizia di contenuti; lo contraccambia un'audience digitale non oceanica ma rispettabile se parametrata con il livello degli argomenti. La sezione propriamente "blog" del sito si intitola "Minima Cardiniana" ( tinyurl.com/y64brxh8 ) e si caratterizza per la scelta, contraria alle consuetudini della Rete, di andare online in un giorno fisso, che è la domenica, anche quando i post sono numerosi e, presumo, non tutti scritti la sera prima. La data è completata con i riferimenti liturgici, a sottolineare la peculiarità di pubblicare nel giorno del Signore. Poiché il sito attuale ha sostituito, nell'ottobre 2015, un sito precedente, di diversa architettura, non è dato ritrovarvi l'archivio completo dei "Minima", giunti al n.251, ma una buona parte sì; degli altri la Rete conserva comunque le sparse tracce (con pochi clic mi sono imbattuto nel n.30, del 13 luglio 2014: ne deduco che la tradizione sia iniziata intorno al Natale del 2013). Dell'ultimo "Minimum" (16 giugno) ho goduto in particolare la riflessione su quei connotati della modernità – individualismo e volontà di potenza – che ostacolano la «comprensione di una vera vocazione francescana», per quanto «ci sia oggi un sacco di gente che vorrebbe imitare e seguire Francesco d'Assisi». Nel penultimo (9 giugno), che era pentagonale, ce n'era per tutti i gusti; ma chi non si dà pace per la cattiva qualità dei dibattiti in Rete avrà particolarmente apprezzato il "mini-editoriale" iniziale nel quale l'autore descrive la sua personale netiquette: ruvida ma incontestabile, pretende dai candidati interlocutori argomenti e non illazioni, riconoscibilità e non anonimato. Appellandosi alla regola d'oro: «Chiedo solo quello che io abitualmente offro».