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“Regina Cleopatra”, c’è poco oltre al nero

Andrea Fagioli sabato 13 maggio 2023
Èapprodata su Netflix, preceduta da non poche polemiche, la docuserie Regina Cleopatra. La ragione del contendere sta nella pelle nera della protagonista interpretata da Adele James, attrice britannica di colore. Secondo un avvocato egiziano, che ha fatto causa a Netflix, il racconto sarebbe afrocentrico e stravolgerebbe la storia che vuole la regina d’Egitto di pelle chiara e lineamenti ellenici. La scintilla viene fatta scoccare subito, all’inizio del primo dei quattro episodi che compongono la docuserie ideata da Jada Pinkett Smith, quando Shelley P. Haley, docente di Studi classici all’Università di Hamilton, afferma che la sua principale fonte di ispirazione sia stata la nonna che un giorno le disse: «Shelley, non mi interessa cosa ti insegnano a scuola, io ti dico che Cleopatra era nera». Insomma, dire che la regina era di colore, basandosi inizialmente sulla nonna, ha fatto arrabbiare gli egiziani, lo hanno considerato un affronto all’identità nazionale e culturale, ancor più delle immagini che precedono i titoli di testa in cui si vede per la prima volta la James nei panni della sovrana d’Egitto, mentre la voce fuori campo racconta che «Cleopatra attraversò la tempesta di sabbia della storia lasciando impronte così profonde che nessun uomo potrà mai cancellare». Polemiche a parte, quella che arriva ai telespettatori è appunto una docuserie, nel senso che alla parte fiction vengono intercalate (in modo anche eccessivo) le testimonianze di alcune egittologhe e archeologhe, tutte donne, a conferma della scelta di mitizzare in qualche modo Cleopatra in quanto donna. Dopo di che il racconto portante della lotta per il potere viene condito con gli ingredienti classici di gran parte delle serie tv attuali a prescindere dall’epoca d’ambientazione, ovvero le rivalità (meglio se fraterne come in questo caso), gli intrighi e gli amori. © riproduzione riservata