A una festa di compleanno di bambini, al momento del congedo il festeggiato ha accompagnato a uno a uno gli amici nella cameretta per fare loro dono dei suoi giochi. Quella scena, che risale a quasi a trent'anni fa, rimane per me indelebile: anzi il ricordo si alimenta e cresce, e, oltre che un episodio con cui non manco di gratificare i genitori di quel bambino, diviene oggetto di ricorrente testimonianza e riflessione. In quel gesto sorprendente e controcorrente vedevo smentito il pensiero comune, fatto proprio e teorizzato dagli stessi psicologi infantili, secondo il quale il bambino è per natura possessivo ed egoista, in preda a una sorta di istinto animalesco: puer puero lupus. Credendo, per un incorreggibile e forse insano ottimismo, più alla cultura che alla natura, ho cercato di capirne di più. Ho appreso che, a fronte di un lavoro totalizzante del padre e della madre, quel bambino aveva avuto una governante saggia che tutti i genitori si contendevano; una baby sitter che aveva perdonato il padre per averla abbandonata; una nonna che era stata una esemplare maestra elementare. Quel bambino, diventato ora un professionista di grande qualità, l'ho incontrato a Natale dai suoi genitori; lui e la sua compagna attendono un bimbo. Immagino che anche lui un giorno regalerà i suoi giochi agli amici.