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Recalcati su Rai 3 Lessico e nuvole

Andrea Fagioli mercoledì 6 febbraio 2019
Dopo quello familiare è arrivato il Lessico amoroso. Massimo Recalcati bissa il programma della scorsa stagione il lunedì in seconda serata su Rai 3. Non un uomo solo al comando, ma un uomo solo in scena, o quasi. Nel senso che c'è anche il pubblico, ma per gran parte dei quarantacinque minuti che dura ogni puntata, lo psicoanalista e scrittore dà vita a un monologo intervallato da spezzoni di film o programmi tv, la lettura di un testo, un'intervista e da alcune domande finali dalla sala che appaiono più che concordate. Nella puntata di lunedì scorso abbiamo visto un frammento dell'epilogo di Nuovo cinema Paradiso (il film di Giuseppe Tornatore con i baci censurati), un passaggio dell'intervista di Pasolini a Ungaretti per i televisivi Comizi d'amore del lontano 1964, una spezzone di Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere di Woody Allen, il ritornello della canzone di Fabrizio De André Amore che vieni, amore che vai, un'intervista all'attrice Piera Degli Esposti e la lettura di un brano dal romanzo di Philip Roth Il professore di desiderio da parte di Alessio Boni (proprio lui, il protagonista della fiction La compagnia del cigno in quel momento appena conclusa su Rai 1). Tutti interventi in tiro con il ragionamento di Recalcati, le cui doti oratorie sono indiscutibili, mentre sono più che discutibili le sue tesi tratte da Freud e dalla psicanalisi all'interno di un ragionamento a tratti cervellotico. Fatto sta che, ad eccezione di una citazione di Sant'Agostino («La felicità è desiderare quello che si ha»), l'uomo e la donna vengono dipinti come esseri pulsionali in cui amore e desiderio non coincidono. Il marito o la moglie non sarebbero il partner erotico ideale. In poche parole il sesso sarebbe più bello quando non c'è l'amore. E alla domanda se un amore possa durare, ovvero che possa convivere nel tempo con il desiderio, la risposta è che durare e bruciare non vanno d'accordo: «Se arde e brucia non dura, per durare dovrebbe bruciare di meno. Le neuroscienze dicono che è un fatto di dopamina e che la fedeltà ha i giorni contanti: dai 6 ai 18 mesi». Insomma, c'è di che riflettere per non cedere all'affabulazione del pur bravo Recalcati.