In occasione dei 25 anni dalla scomparsa di Lady Diana, Real Time sta proponendo, il giovedì in prima serata dal 28 luglio, una serie di titoli sulla principessa del Galles. Partenza con Da Lady D. a Meghan: i segreti dei matrimoni reali a cui sono seguiti Harry e William: conflitto reale (4 agosto) e Diana: tutta la verità (11 agosto). L'altro ieri è stata la volta di Diana, vittima della celebrità, mentre giovedì 25, in prossimità dell'anniversario della morte avvenuta il 31 agosto 1997, è in programma Quando il mondo perse Lady D.. Chiusura il 1° settembre con The Diana investigations. Nell'insieme un racconto intimo della “principessa del popolo”, con interviste e testimonianze dirette, che culmina con l'analisi del lavoro svolto dagli investigatori francesi e inglesi sulle circostanze che hanno portato al drammatico incidente in cui con Diana persero la vita l'imprenditore Dodi Al-Fayed e il conducente dell'auto che si schiantò contro un pilone del tunnel sotto al Pont de l'Alma a Parigi. In base a Diana, vittima della celebrità ci sono pochi dubbi sulle responsabilità complessive della stampa nell'intera complicata vicenda umana di Diana Spencer. Il suo nome – ebbe a dire il fratello al termine del funerale – era quello di un'antica dea della caccia, ma alla fine è stata tra le persone più cacciate e perseguitate dell'era moderna». Inequivocabile la sigla del documentario con una pistola che spara sullo sfondo di titoli di giornale. In ogni caso, quello che ancora oggi spinge a ripercorrere e seguire la storia di Diana, ma anche dell'intera famiglia reale britannica, è il bisogno di favole che in modo contraddittorio avverte un mondo razionale e materialista come il nostro. Senza dimenticare il ruolo dei media, con in testa la tv, nella creazione di miti moderni.