Della serie «a prima vista», dopo i matrimoni, Real Time (il lunedì alle 20,20) propone ora le case. Meglio così. Sulle nozze al buio c’era di che discutere. Sulla ricerca della «casa dei sogni» si può stare al gioco, facendo attenzione semmai a non farsi prendere nella trappola proprietà uguale felicità. Casa a prima vista, titolo italiano di un programma francese di successo internazionale, è un format che in ogni episodio (ne sono previsti quaranta di un’ora circa) vede tre professionisti del settore immobiliare impegnati a trovare l’appartamento giusto per clienti con non poche pretese. Lo schema di ogni episodio è fisso: si parte dal cliente che illustra le caratteristiche che sta cercando per la propria casa da acquistare, dopo di che i tre agenti, esaminate varie opzioni, si danno da fare per individuare un immobile ciascuno da sottoporre al possibile acquirente, che alla fine, dopo le visite di rito, indicherà la migliore proposta tra le tre. A questa particolare gara partecipano a turno tre agenti di Milano e tre di Roma, che, come in tutti i programmi del genere, devono cavarsela anche come attori o pseudo tali. In questo caso sono favoriti dal fatto che come venditori devono essere capaci anche nella realtà (e non solo nella finzione televisiva) di apparire simpatici prima ancora che credibili. Ma come in tutti i programmi del genere c’è anche la parte in cui i singoli protagonisti commentano direttamente in telecamera le situazioni e quella in cui a turno due di loro commentano insieme l’operato del terzo seguendolo sullo schermo di un tablet all’interno di un van parcheggiato nei pressi dell’abitazione oggetto della visita. Infine, sempre come in tutti i programmi del genere, conta soprattutto il coinvolgimento del telespettatore che deve lasciarsi prendere dal giudicare e valutare a sua volta le tre case.
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