La Liguria, la stessa di Sanremo, nel senso del Festival più che della città della Riviera dei fiori, offre l’ambientazione a gran parte di Mameli - Il ragazzo che sognò l’Italia, la miniserie tv andata in onda lunedì e ieri su Rai 1 e disponibile su RaiPlay. Del resto il Goffredo poeta e patriota, autore del testo del nostro inno nazionale che allora si chiamava «Canto degli italiani», era nato a Genova nel 1827 anche se poi sarebbe morto a Roma nel 1849 a soli 21 anni, gli ultimi due dei quali li racconta appunto la fiction firmata da Luca Lucini e Ago Panini per un’operazione interessante a livello di contenuto per il fatto che di Mameli, a parte l’inno speso storpiato, si sa davvero poco. Operazione interessante anche dal punto di vista della rappresentazione in quanto la miniserie porta in scena personaggi storici spolverati e rivisitati come se fossero giovani d’oggi con i loro sogni, i loro ideali, gli amori, le amicizie e le fragilità. Il Goffredo Mameli di Riccardo De Rinaldis Santorelli è ad esempio una sorta di rockstar ante litteram, mentre accanto a lui conquista spesso la ribalta il Nino Bixio un po’ corsaro interpretato da Amedeo Gullà che ricorda il Jack Sparrow pirata dei Caraibi di Johnny Depp, sia per la spavalderia che per gli occhi truccati. Ma se il ribaltamento dell’iconografia classica e dell’immaginario scolastico degli eroi del Risorgimento può essere salutato con favore, altrettanto non si può dire di qualche eccesso melodrammatico, in particolare nella prima parte (si pensi ad esempio all’amore contrastato e al suicidio di Geronima Ferretti), ma anche a qualche semplificazione che porta a trattare con leggerezza il tema della massoneria e magari di contro forzare su certe figure come il settario gesuita padre Sinaldi, oltre alle immancabili concessioni di ogni fiction a passioni amorose, lotte, tradimenti e sotterfugi.
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