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Rai1: con Matano è la “morte in diretta”

Andrea Fagioli mercoledì 4 ottobre 2023
In diretta c’è più morte che vita, alla faccia del titolo. Il talk show pomeridiano di Rai1, in onda dal lunedì al venerdì alle 17 (ora anche al sabato con una versione soft) e condotto da Alberto Matano, non rinuncia a nessuna storia di sangue, anzi: a La vita in diretta più i casi sono drammatici più se ne parla. Qualche titolo degli approfondimenti degli ultimi giorni: «Uccisa per strada, caccia all’ex marito»; «Uccide i familiari e poi si toglie la vita»; «Uccide la madre e la nasconde nell’armadio per dieci giorni»; «Ero al telefono con mia sorella quando è stata uccisa»; «Madre e figlio trovati morti: fratello arrestato»; «Maltrattata per mesi e poi uccisa»…. La prima ora del programma non dà respiro. Da un inviato all’altro si va sul luogo del delitto, si intervistano i vicini di casa a caccia di chissà quali particolari, ci si attacca a tutto, a chi ha visto o sentito qualcosa, che c’entri o non c’entri con quanto accaduto, ognuno dice la sua. Dallo studio, con sguardo e voce partecipi, Matano ripete più volte l’espressione «film dell’orrore». La criminologa Roberta Bruzzone, onnipresente quando in tv si affrontano questi casi, va ripetendo a sua volta che siano di fronte a «personalità profondamente disturbate». Onestamente non sappiamo a cosa serva questa tv del dramma, o «del dolore» come viene chiamata. Sono programmi che a quell’ora sono visti soprattutto da persone anziane, che sicuramente finiscono per angosciarsi di fronte a simili vicende, che di certo non vanno nascoste, ma nemmeno enfatizzate o addirittura spettacolarizzate. Stride anche il fatto che poi tutto a un tratto, nella seconda parte del programma, si passi a parlare delle questioni più frivole con i soliti noti (attrici, attori e personaggi televisivi) riuniti intorno a un tavolo, mentre Matano, dismesse giacca e cravatta a favore di camicie e t-shirt, fa il piacione. © riproduzione riservata