Di questi tempi la storia di un'ostetrica vecchia maniera ha un fascino particolare. In un'epoca in cui nascono sempre meno bambini e la gravidanza è un qualcosa di sempre meno naturale, sentir dire di avere assistito a 7668 parti emoziona, e non poco. Quella di Maria Pollacci, nata nel 1924 in provincia di Modena, è dunque una vita per la vita, una storia che ha meritato di aprire, giovedì in prima serata, la nuova puntata del programma di Rai 3 Le ragazze, nato in modo estemporaneo nel 2016 per celebrare i settant'anni del voto alle donne (Le ragazze del '46), proseguito poi con Le ragazze del '68 e quindi con la serie tutt'ora in onda che si apre sempre con una donna che è stata ventenne negli anni Quaranta e si chiude con una giovane del nuovo Millennio. Tra loro si intersecano, di volta in volta, storie di donne, più o meno conosciute, che sono state giovani nei decenni intermedi. La tecnica è quella ormai collaudata del racconto in prima persona, senza intermediazione, addirittura adesso senza introduzione, supportato e miscelato con foto di famiglia, immagini di repertorio, canzoni di successo in sottofondo e un montaggio ad hoc. Al racconto dell'ostetrica dei record hanno fatto seguito, giovedì scorso, le storie di due grandi ragazze degli anni Cinquanta: la stilista e imprenditrice Anna Fendi e la pianista e compositrice Teresa Procaccini. Dopo di che è stata la volta di due ragazze degli anni Settanta: l'ex ministra e parlamentare Rosy Bindi e la tassista romana Maura Tirillò. A chiudere la puntata la giovanissima attrice Giada Arena, per dieci anni nel cast di Don Matteo. Tutte storie interessanti dalle quali spicca il racconto della Bindi sull'attentato a Vittorio Bachelet mentre scendeva al suo fianco le scale dell'università a Roma. L'unico limite del programma resta quello segnalato anche in passato della lunghezza complessiva con ben sei storie per volta.