Ogni prodotto televisivo ha vita autonoma e come tale andrebbe giudicato. Il confronto con l'eventuale opera d'origine non andrebbe fatto. È però impossibile non farlo di fronte a un caso come Noi (la domenica sera su Rai 1), che trasporta pari pari in Italia una delle migliori serie tv degli ultimi tempi: la statunitense This is us ideata e scritta da Dan Fogelman, che racconta della famiglia Pearson (Jack, la moglie Rebecca, i figli naturali Kate e Kevin e l'adottato di colore Randall) dagli anni Ottanta ai giorni nostri con frequenti salti temporali. Cinque vite tra gioie e dolori, ricerca di una propria dimensione esistenziale, apertura alla vita e condivisione, con la famiglia rifugio e punto di appoggio. Nella versione nostrana i Pearson diventano i Peirò (Pietro, Rebecca, Claudio, Caterina e Daniele), ma la storia è identica e persino le massime di famiglia rimangono tali e quali (una per tutte: «Non esiste limone troppo aspro da non poterci fare qualcosa di vagamente simile a una limonata». Anche qui Pietro (Lino Guanciale) e Rebecca (Aurora Ruffino) aspettano tre gemelli, ma uno al momento del parto muore. Decidono così di adottare un neonato di colore appena venuto al mondo e abbandonato. Contemporaneamente vediamo i tre fratelli nel giorno del loro trentaquattresimo compleanno. In questo caso, però, per chi non ha visto This is us, non è facile inizialmente capire i collegamenti. L'alternarsi delle vicende personali nel gioco costante tra presente e passato rende comunque interessante l'intreccio, anche se alcuni personaggi italiani sembrano meno riusciti di quelli americani. In ogni caso, come dice il regista Luca Ribuoli, «tutto si rompe e tutto si aggiusta per amore» e quindi non si può rinunciare a seguire una serie in cui l'amore è il collante di tutto.