Gli ospedali e la tv sono sempre andati a braccetto. Quelli che oggi si chiamano medical drama rappresentano un genere di collaudato successo. Non c'è da stupirsi, pertanto, che sia approdata da noi l'ennesima serie con un medico protagonista. C'è semmai da meravigliarsi che a metterla in onda sia Rai 1, una rete molto propensa alle fiction nostrane e poco aperta alla serialità d'importazione. Eppure da martedì in prima serata ha preso il via sull'ammiraglia Rai la serie americana di grande successo, The good doctor, ideata da David Shore a cui si deve anche la creazione del mitico Dr. House. Ma il protagonista di The good doctor è agli antipodi rispetto a Gregory House. E qui sta la vera novità: il “buon dottore” a cui fa riferimento il titolo è un giovane, anzi giovanissimo chirurgo autistico con la Sindrome del Savant, si chiama Shaun Murphy ed è interpretato da Freddie Highmore. La Sindrome del Savant è una forma di autismo che comporta dei ritardi cognitivi, ma allo stesso tempo sviluppa un'abilità particolare in settori specifici. Nel suo caso, ovviamente, la medicina. Rai 1 ha proposto al debutto tre episodi uno dietro l'altro. Il primo, “Un genio silenzioso”, è quello che dà il senso a tutto. Shaun lascia il Wyoming, dove ha vissuto un'infanzia travagliata vittima del padre e del bullismo dei compagni, per trasferirsi nel Northern California come tirocinante presso il prestigioso dipartimento di chirurgia del San Jose St. Bonaventure Hospital. Brillante, intuitivo, onesto e diretto (anche troppo), dovrà sfidare lo scetticismo dei baroni dell'ospedale nonostante arrivi con la credenziale di avere appena salvato, una volta sceso all'aeroporto, la vita a un bambino di otto anni. La struttura base del format, che non è direttamente di origine statunitense bensì sudcoreana, è in sostanza la stessa di tutti i medical drama, anche se qui c'è qualche dose in più di fantamedicina e al tempo stesso di umanità. A fare la differenza è proprio il protagonista con i suoi traumi infantili, le sue fobie, le sue intuizioni mediche e, diciamolo pure, i suoi superpoteri, che gli permettono di risolvere casi clinici più che complicati. Un modo diverso, insomma, di raccontare la medicina in tv. La reazione degli aficionados di Rai 1 è stata entusiasta: oltre 5 milioni di telespettatori per ognuno dei tre episodi.