Si adora il nuovo, nuovo mai visto prima, si glorifica la giovinezza disincarnandola e, pura legge del contrappasso, tutto appena nato è già vecchio, obsoleto. Una volontà di potenza totalizzante riduce a fobia ogni enunciazione di un ragionevole pensiero sedimentato nell'esperienza.– Matrimonio? La parola presupporrebbe almeno in teoria una pur labile eventualità maternale, mi verrebbe da ipotizzare e chiedo scusa per tanto ardire – Omofobico!Eppure questo è il mio tempo e non vorrei essere che qui, ora. Nato nella seconda metà del secolo scorso, il secolo delle ideologie salvifiche: «Addis Abeba? Hanoi! Hanoi! Disciplinatamente seguendo la corrente: dal nero sogno Imperiale alla rossa disfatta Internazionale». Non vorrei essere che qui, in questa incerta ora, tramonto di un'era, non fosse che per celebrarne l'aurora. L'architrave dei secoli poggia su spalle solitarie e quando cadono le stelle di riferimento si librano nell'aria frammenti di vertigine.