Questo mondo in guerra chiede ai giovani di cercare altre strade
C'è anche un certo pudore nel nostro pensiero quando dobbiamo raccontare l'arroganza che gli uomini delle dittature europee pretendevano da una nuova gioventù anche noi confronti dei propri genitori. Si corrompevano gli animi, si sostitutiva l'amore verso la propria famiglia con la dedizione a false lealtà patriottiche. Marciare e uccidere, marciare e distruggere storia e vita di paesi e città senza rimorso per il pianto e la devastazione che lasciava dietro di sé il camminare verso la vanità del potere. Nei nostri vecchi libri la storia d'Europa è costruita sulle guerre, sulla violenza, in una antica visione di eroismo personale. Il tempo ci ha imposto, per secoli, il suo lento cammino nella conquista della condivisione, e ora dove tutto sembra accelerato da una nuova collaborazione, coltiviamo ancora, come i primi uomini, la violenza e la voglia di potere.
Immagino che nessuno possa credere che gli eserciti che si combattono oggi non siano addestrati e sostenuti dalle armi dei popoli liberi. Il pianto dei bambini copre, senza saperlo, gli interessi economici di altri Paesi che fanno il conto con un tempo non lontano. Questo è il nuovo modo di guardare alla storia, senza dimenticare gli atti personali di coraggio e di ricerca della giustizia anche attraverso l'offerta della propria vita. Oggi guardando alla strada percorsa dalle nazioni europee penso che sarebbe utile cercare atti di generosità e aiuto, come sempre ce ne sono stati anche quando si combatteva su fronte contrario. La nostra Patria Europa ci offre un meraviglioso terreno di collaborazione e di ricerca dove i giovani di oggi avranno mille nuove vie da percorrere.