Vorrei dire, una volta per tutte, che questa Juventus è grande. Forse la migliore di sempre. La sua esistenza ultrasecolare ha conosciuto altri momenti storicamente grandiosi. Quella di Carcano, i famosi cinque-scudetti-cinque degli anni Trenta, adorata o rispettata dai più, è arrivata fino a noi per testimonianze e Albo d'Oro; quella di Boniperti dirigente ('71-'90) e Trapattoni ha aperto alla Signora le porte dell'Europa, prima ermeticamente chiuse. E dire che la prima finale di Coppacampioni la giocava la Fiorentina, così nello stesso periodo il Milan vinceva quattro Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe, una Supercoppa UEFA e tre Coppe Intercontinentali. La Juventus di Andrea Agnelli, rinata dalle ceneri di Calciopoli, purificata e non umiliata, fortificata non solo tecnicamente, merita l'Indiscutibile Elogio prim'ancora della possibile conquista del settimo scudetto consecutivo. Che potrebbe essere un traguardo mediaticamente esaltante e tuttavia nella sostanza solo un episodio in un Decennio storico. A questo pensavo mentre una folla di perdenti inneggiava sul web all'arbitro Oliver - colui che castigò Buffon - come se fosse l'angelo vendicatore degli oppressi, il raddrizzatore dei torti, il giudice inflessibile mai influenzato dalla sudditanza psicologica. Senza giustificare le insolenze retroattive dei socialodiatori (d'altra parte dissi io Odiamata la Juve degli anni Ottanta) mi permetto di trovarle oggi ingiuste, insulse, ridicole. Questa Juve ha pagato nel 2006 la sciagurata gestione di Giraudo (Moggi controfigura) con la retrocessione, è risalita dalla B alla A guidata dal Buffon fedelissimo, ha trascorso un breve periodo nella ristrutturazione eppoi con Antonio Conte - che definirei rifondatore - è diventata più bella e più forte che prima, non in una ironica rappresentazione petroliniana: ha retto un breve confronto l'Inter del Triplete eppoi solo il Napoli, generoso e sognatore, ha tentato di renderle la vita difficile; chi oggi fra i napoletani contestasse questa Juve farebbe il paio con chi insultasse De Laurentiis scambiandolo con i predecessori falliti e ridicolizzati. La forza del Napoli non è Sarri, è una società che ha saputo opporsi alla Juve più forte di sempre. Non so se davvero Allegri mediti la fuga, se divorziassero sbaglierebbero lui e la Signora, felicemente uniti in Ambizione, Baldanza e Cinismo. Da una unione perfetta sono nati i grandi lavoratori come Chiellini e Mandzukic, gli artisti come Douglas Costa e Cuadrado, gli sgobboni Khedira, Lichtsteiner, Sturaro, Alex Sandro, i pilastri del futuro Dybala e Higuain, mentre levano le tende Barzagli e Buffon. Domenica Il Gigi Furioso è stato consolato dal Gigio Prodigioso, Donnarumma alla sua prima parata storica mi ha ricordato l'invito che gli porse Buffon a Capodanno: «Se vieni alla Juve non sbagli...Dipende da cosa ti vibra nell'anima...». Raiola e Marotta sono avvertiti.