Quelle pagine aperte, il Vangelo di Luca nel "Librarium" di Magurno
«Ero nel Chiostro di San Martino a Napoli, un vecchio convento diventato museo. Era il 1990. Fra l’erba alta, vidi una macchia bianca. Mi avvicinai, era un libretto piccolo, il Vangelo di San Luca. Abbandonato lì, forse smarrito da qualcuno. Sicuramente si era bagnato e poi asciugato. Le pagine di carta velina, quella sottile proprio di tanti testi sacri, si erano aperte a ventaglio in maniera suggestiva e curiosa. Sembravano mosse dal vento. Volevo assolutamente immortalare quella visione: presi il libro, lo spostai in un punto con uno sfondo scuro, nero, e feci alcune foto. Stavo per lasciarlo, ma poi l’ho portato con me. Come un segno. Che poi nel tempo ho rinnovato e ritrovato». Il fotografo Fulvio Magurno racconta così la foto che apre il suo Librarium, un libro e una mostra, fino al 14 aprile alla Alessia Paladini Gallery di via Maroncelli 11 a Milano. Un viaggio nel mondo della lettura e del libro attraverso una suggestiva serie di immagini in bianco e nero, scattate dal fotoreporter siciliano (Ravanusa, Agrigento, 1958) che vive a Genova, tra la metà degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta in Europa, Africa, Asia. Una foto potentissima quella del Vangelo di Magurno.
Napoli, 1990 - © Fulvio Magurno
Una “natura morta” che trasuda vita. E ricorda quelle pagine mosse dal vento del Vangelo posto sulla bara di papa Giovanni Paolo II durante i suoi funerali in San Pietro. «Trentatré anni dopo - riprende Magurno - ho lavorato l’immagine, ribaltandola, come a liberare le pagine e inserendo un dardo di oro. L’ho chiamata Libraurum. Mentre il libro l’ho fotografato negli anni con varie sequenze, fino a quando l’ho consegnato al mare. L’ho messo in acqua e la carta leggerissima si è disciolta. È tornata pasta di carta. Il libro che chiude così un ciclo naturale. Quel libro, con la dimensione spirituale che rappresenta, arrivato a me che sono un grande peccatore».
Il Vangelo, ma tanti altri testi, di varie culture e religioni, negli scatti di Magurno. Libri e lettori. Nelle raffinate fotografie di Librarium la fascinazione per la parola scritta emerge in ogni immagine: nelle pagine consumate di un antico volume, nelle pagine fermate da un sasso per impedire alla brezza marina di scompigliarle, nello sguardo assorto di un bambino immerso nella lettura, nei dorsi di volumi celati dal velo di una tenda, scolpite su pietra erosa. Magurno ha d’altra parte un legame speciale con i libri e la letteratura. Librarium ospita uno spassoso Racconto morale d'inverno di Maurizio Maggiani sul valore della carta e della lettura. Suggestivi i suoi lavori su Eugenio Montale o Antonio Tabucchi, oltre alle testimonianze di viaggio, dal Marocco alla Grecia (sublime Isolario Ellenico, Contrasto).
«Un libro, una lettera, una poesia sono parole scritte e parole lette - nota la storica dell'arte, Anna Orlando -. Librarium di Fulvio Magurno è un viaggio di immagini vicine e lontane per accompagnare chi guarda dentro un mondo fatto di parole, scritte e lette, che riverberano nel bianco e nero della stampa fotografica, lasciando ben impressa una sensazione di passato che resta immutato». In un momento come quello attuale, dove la “lentezza” della lettura, il gesto di sfogliare un libro, il sentire la consistenza delle pagine tra le dite sembrano appartenere a un mondo in via d’estinzione, sopraffatto dalla voracità del mondo digitale, Librarium appare come un’oasi di calma e di riflessione. E perché no, uno spazio per l’anima. Dove immaginare nuove strade. Fra le righe. Con uno scatto.
Una foto e 577 parole.