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Quelle ostie

Giorgio Paolucci mercoledì 13 luglio 2022
Mani segnate dal male, mani che si sono macchiate di sangue producono le ostie che diventano il Corpo di Cristo. Accade nel carcere di Opera, alle porte di Milano, dove dal 2016 un gruppo di detenuti è protagonista del progetto “Il senso del pane”, promosso dalla Casa dello spirito e delle arti. Nel tempo l'iniziativa si è diffusa in altri Paesi: finora sono state regalate più di 4 milioni di ostie a 500 chiese sparse nel mondo che le utilizzano per la celebrazione delle messe. Sono nati “laboratori eucaristici” che hanno come protagonisti uomini e donne segnati dalla fragilità: a Buenos Aires i produttori di particole sono giovani con un passato di dipendenze, a Pompei e a Betlemme persone con disabilità fisica e psichica, in Etiopia ex ragazzi di strada, a Milano ragazze madri che hanno alle spalle storie di sofferenza, a Barcellona persone che hanno scontato la pena e vengono aiutate in un percorso di reinserimento sociale, in Sri Lanka giovani vedove e ragazze in condizioni di grande povertà. Per chi lavora in questi laboratori è un'esperienza di riscatto personale e di partecipazione al mistero che si compie nell'Eucarestia. Per me, per noi, lo stupore di sapere che quelle mani ferite dalla vita preparano le ostie che celebrano la vittoria di Cristo sulla morte.