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Quella nave nella tempesta che comunica serenità e salvezza

Gloria Riva giovedì 17 maggio 2018

Siamo tutti sulla stessa barca, credenti e non, italiani e non, ricchi e poveri, colti e incolti, siamo tutti nel medesimo mare e navighiamo in balia di quanti prendono le redini del comando; perciò il pensiero di pochi incide sul destino di molti. Che il Mar mediterraneo sia in tempesta, che tutta l'Europa navighi in cattive acque, è evidente a tutti, ma cosa si possa fare per arginare il naufragio nessuno lo sa.
Avvolta in tali pensieri guardavo una bella immagine di Bradi Barth, artista svizzera dagli occhi vivacissimi morta in Belgio a 85 anni. Dedicò la sua vita all'arte, aprendo nel 2000 una fondazione con l'obiettivo di diffondere, mediante le sue opere, lo spirito di Evangelizzazione, l'unità con il Papa di Roma e l'unione a Cristo sotto la protezione della Vergine Maria. Parole demodé, oggi, parole d'altri tempi che emergono con prepotenza dai suoi dipinti, noti in tutto il mondo e capaci, nel segno delicato e poetico, di incantare ogni categoria di persone.
Nell'opera Maria Madre della Chiesa, una barca naviga in un mare dalle acque agitate, il cielo è notturno, ma brilla in alto a sinistra un sole misterioso, simile a una grande Eucaristia. Il contrasto tra il mare furioso e la pace che regna nell'imbarcazione è evidente. La serenità della Vergine Madre, di Pietro, delle pecore quietamente alloggiate nello scafo, fa invidia a noi che guardiamo così spesso il mare dell'agitazione generale. Sì, ho qui ritrovato lo spaccato dei nostri desideri in questo mese mariano, denso di festività cristiane, come la Pentecoste, ma gravido anche, ahimè, di tragedie umane e politiche non sempre di facile interpretazione.


Nella Pentecoste, ormai alle porte, la Chiesa celebra la certezza di essere sorretta e guidata da Dio negli sconvolgimenti del mondo. Come potremmo noi ritrovare questa certezza della fede, capace di dominare il malumore, le contrarietà, la sfiducia generale in chi governa, politico o religioso che sia?
Oggi vince lo sconcerto, si cerca quasi morbosamente lo scandalo e la frode. La cronaca nera vince per audience tutte le altre dimensione del conoscere. In realtà il male c'è, ma il bene lo sopravanza. Buona cosa è la protesta, ma a nulla vale senza la proposta seria. Vale il rigetto della corruzione ma solo se accompagnato da un progetto adeguato, teso, non a colpire l'avversario, ma a promuovere il bene comune. E l'Italia, sono convinta, l'Italia dagli innumerevoli dialetti, l'Italia dalle culture variegate, proprio per la sua conformazione geografica, proprio per quel crocevia di popoli che è sempre stata, può avere un ruolo decisivo nel panorama europeo attuale. Più che scimmiottare i nostri cugini d'oltralpe dovremmo prendere coscienza di un ruolo, di una storia, di una capacità e giocarla con tutta la forza della tradizione. Come gli intenti di Bradi Barth. Al di là della sua forma che rimanda allo stivale, l'allungarsi della nostra penisola nel mar mediterraneo l'assimila alla prua di una nave che ha da solcar l'oceano. Una barca nel cui cuore c'è Roma con i suoi tesori e con la perla di luce che, nel pensiero di Cristo, è la sede di Pietro. Così mi conforta questo Pietro della Barth che non si contenta del suo pastorale ma imbraccia la croce, quel segno in cui si vince. Guarda a una vela, rossa sì del sangue dei martiri, ma gonfia per il vento dello Spirito. Come nell'antico sogno di don Bosco, la calma del gregge e la stabilità di quella barca, troveranno forza nella Vergine Maria e nell'Eucaristia. Così sarà degli italiani se, guardando la stella, invocheranno Maria.