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Vincenzo de Paoli. Quella carità donata con la fatica delle braccia

Matteo Liut mercoledì 27 settembre 2017
La carità richiede "la fatica delle nostra braccia" e il "sudore del nostro volto", perché così Dio ha amato l'umanità e si è fatto compagno di viaggio accanto a tutte le nostre sofferenze. Questo messaggio di speranza rappresenta una parte importante dell'eredità spirituale di san Vincenzo de' Paoli. Nato in Guascogna nel 1581, da giovane era stato guardiano di porci e poi era stato schiavo a Tunisi, liberato dal suo stesso "padrone" da lui convertito. Da questa esperienza nacque la sua vocazione: mettersi al servizio degli ultimi come i carcerati, i poveri, i malati. Divenne parroco a Parigi nel 1612; tra il 1618 e il 1626 per dare concretezza alla sua missione fondò i Preti della Missione (Lazzaristi) e insieme a santa Luisa de Marillac nel 1633, le Figlie della Carità. Alla sua scuola crebbero numerosi animatori della Chiesa di Francia. Morì nel 1660.
Altri santi. San Caio di Milano, vescovo (II-III sec.); beato Lorenzo da Ripafratta, religioso (1373-1456).
Letture. Esd 9,5-9; Tob 13; Lc 9,1-6.
Ambrosiano. 2Pt 2,12-22; Sal 36; Lc 19,11-27.