Quell’invito incredibile di amare il tuo nemico

pronto a graffiare.
Oggi Gesù ci suggerisce l’improponibile, eppure è qui che si gioca la vita, la vita dei figli di Dio che nascondono in cuore la capacità di realizzare l’impossibile, perché nel cuore nascondono un Dio senza confini. Sproporzionato, come amore che trabocca. Eppure, rileggendo bene queste righe, trovo la chiave che mi rende accessibili le parole di Gesù: «Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro». Si apre una finestra: non sono obbligato a cercare di copiare,
inutilmente, un Dio irraggiungibile nella sua bontà, ma divento io stesso la misura, il termine di paragone, il modello: «Quel che ti aspetti dagli altri, fallo tu per primo; il bisogno d’amore che senti reclamare dentro di te, inizia a darlo tu; sei tu che hai bisogno di una tunica e di un mantello, di una carezza e di una benedizione». L’amore non è un comando, ma un desiderio. Quel che inseguo e mi rende felice, ciò che bramo per me e per chi amo è sostanza e bisogno anche di chi avverto come nemico o lontano. Anche lui come me mendicante di luce e di gioia, mendicante di amore. E se riuscissi davvero a darlo questo amore e a lasciarlo straripare come un fiume, non mi ritroverei svuotato, ma esageratamente e paradossalmente riempito: traboccante come un calice di bollicine, come un piatto di grano che germoglia. E nuoterei nella dismisura di Dio come in un oceano d’amore. (Letture: Primo libro Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23; Salmo 102; Prima Corinzi 15,45-49; Luca 6,27-38) © riproduzione riservata