Quel vivere alla giornata come narcisi senza futuro
«conservatore in un Paese in cui non c'è nulla da conservare» e che proponeva di sostituire allo stellone dei Savoia, sul tricolore della nuova nazione repubblicana, la scritta "Tengo famiglia"! I valori collettivi, sapevano o dicevano i vecchi alla Gobetti e alla Salvemini ma anche, al tempo della Costituente, alla Parri e alla Moro, si urtavano in Italia contro la storia e l'antropologia di una nazione che non aveva fatto una Rivoluzione borghese e non aveva vissuto una Riforma religiosa ma invece una Controriforma. La morale popolare, tra un dominio e un altro, si era trincerata in Italia nel minimo della sopravvivenza, e «Francia o Spagna purché se magna» fu un modo di dire di costernante minimalismo. Ne è rimasta, imperitura, la constatazione fatta propria dai movimenti politici del dopoguerra, che i diritti contano infinitamente più dei doveri... Si guarda oggi con infinita amarezza all'assenza o quasi dei movimenti e alla miseria del dibattito politico, constatando come gli adattamenti agli ideali dello sviluppo dei laici come dei cattolici, della sinistra come del centro e della destra, abbiano finito per respingere la morale comune del nostro popolo a quelle del narcisismo e del "particulare" congiunte, e che ci sembrano oggi ugualmente meschine ed egoistiche, ma soprattutto imbecilli e masochistiche perché prive assolutamente di uno sguardo razionale su dove stiamo andando accettando tutto quello che questo sistema socio-economico-culturale ci propone anzi ci impone. Vivendo alla giornata, secondo il «Francia o Spagna eccetera». Non ci sono nessuna ragione e nessuna visione, nel nostro pensare e nel nostro agire.