Quel sano umorismo che nutre la santità
del “Mondo Piccolo” di Giovanni Guareschi. Che era uno degli autori preferiti da Giovanni XXIII (altro Papa santo che amava l’ironia e fare scherzi, alcuni micidiali, e che di sé diceva: «Mi accade spesso di svegliarmi di notte e cominciare a pensare a una serie di gravi problemi e decidere di parlarne al Papa. Poi mi sveglio completamente e mi ricordo che io sono il Papa»), che ne regalò una copia anche al Presidente francese Vincent Auriol.
Perché l’umorismo, l’ironia, sono un tratto comune a moltissimi santi, da San Francesco “giullare di Dio” a Filippo Neri che diceva ai suoi ragazzini «state boni, se potete», da Santa Teresa d’Avila che pregava «liberaci Signore, dalle sciocche devozioni e dai Santi dalla faccia seria», a San Giovanni Bosco. Gli esempi sono infiniti, e non la si finirebbe più. La “perfetta letizia” è, o dovrebbe essere, intrinseca all’essere cristiani, non un accessorio a richiesta. Nell’Esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” Papa Francesco ce l’ha ricordato: la santità «non implica uno spirito inibito, triste, acido, malinconico, o un basso profilo senza energia. Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo. Senza perdere il realismo, illumina gli altri con uno spirito positivo e ricco di speranza». Aloysius Roche, parroco nell’Essex inglese, morto nel 1956, celebre per le sue argute omelie e per i tanti libri scritti sui santi, in uno di essi sostiene che «la storia di tante eresie è in molta misura una storia di perdita del senso dell’umorismo. Non si potrebbero altrimenti spiegare, lasciando da parte l’opera del demonio, certe loro aberrazioni e assurdità». Il senso dell’umorismo, insomma, è importante. Francesco è tornato a sottolinearlo pochi giorni fa, in un discorso a un Convegno sulla santità:
«Qualcuno diceva: “Un santo triste è un triste santo”. Saper godere della vita con senso dell’umorismo, perché prendere la parte della vita che fa ridere, questo alleggerisce l’anima. E c’è una preghiera che vi raccomando di pregare – io è da più di 40 anni che la prego tutti i giorni – la preghiera di San Thomas More: è curioso, lui sta chiedendo qualcosa per la santità ma incomincia dicendo: “Signore, dammi una buona digestione e qualcosa da digerire”. Va al concreto, ma prende proprio l’umorismo da lì». © riproduzione riservata