Oggi a Castiglione Falletto, uno degli undici paesi del Barolo, si fa festa. Ed è una festa che mi commuove, perché la famiglia Scavino, fra le più conosciute dei produttori di Barolo, ha deciso di devolvere il ricavato dalla vendita della loro riserva del cru Bric del Fiasc 2008 per aiutare i medici nelle zone di maggiore sofferenza del mondo. È stata una decisione comune, delle due figlie, Enrica ed Erika, e dei loro genitori. Ed è una scelta insolita che ha la luce di un ringraziamento. Incominciare i giorni di Vinitaly con questa notizia ha qualcosa di nobile dentro, quasi come entrare nella cantina di Aldo Vajra di Barolo dove una finestra è rappresentata da un mosaico di Costantino Ruggeri. «La vite è il canto della terra verso il Cielo», scriveva Luigi Veronelli, anarchico, ma con un profondo senso umano. A lui la Regione Lombardia ha dedicato l'intero spazio, con una sua frase per ogni provincia. Cos'è il Vinitaly, che domenica apre la sua 49ª edizione? Se ne è scritto anche su queste pagine, con inclinazioni economiche, enoiche e paesaggistiche, ma il bello di Vinitaly è quello che cogli con la coda dell'occhio. Questa manifestazione, che frequento da 31 anni, mi ha sempre mostrato il volto di generazioni, ognuna con una sua impronta. Certi magnifici padri del vino non ci sono più, ma in nessun altro settore come quello del vino c'è stata una trasmissione di passione fra genitori e figli. I figli che sono ormai abituati a prendere valigia ed aereo per andare nel mondo. Ed ogni ritorno a casa – mi raccontano – è sempre una gratitudine. Il vino italiano grazie a questa generazione è un vino pulito, "sostenibile" dirà qualcun altro, per affermare che ha dentro il rispetto per l'ambiente in cui nasce. Un vino che fa dei racconti, che qui da noi sono sempre di distinzione, mai di omologazione o di appiattimento. Quella strada, per fortuna, è stata abbandonata da tempo. Il vino in Italia racconta dunque i territori e Vinitaly è il grande villaggio, con 4.000 produttori presenti, che vogliono dire famiglie, paesi, insomma un'economia non misurabile perché mai viene tenuto in conto il costo della salvaguardia di un territorio e il suo beneficio per tutti. A me piace la domenica del Vinitaly, quando alla sera, un'ora prima che chiuda la fiera con tante presenze di consumatori, si celebra la Messa, per chi vuole, in una sala convegni: ogni anno sempre più grande. Ed anche lì, con la coda dell'occhio, vedi un popolo che ringrazia, come la famiglia Scavino che, avendo ricevuto tanto, ha pensato che qualcosa fosse da restituire. Quasi come il vino degli assaggi tecnici che i contadini restituiscono alla terra, mai nel lavandino. Il vino è una cifra di qualcosa che ricorda proprio la grazia. E come tale viene restituita, talvolta. Questo ho già incominciato a vedere con la mia coda dell'occhio, in viaggio verso Verona.