Un corpo di bambino annegato che giaceva composto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia: era quello di Aylan, siriano di 3 anni, che pareva dormire. Nel suo silenzio, invece, quella foto testimoniava una tragedia epocale frutto di tanti egoismi tra loro sovrapposti. Così i media ne hanno fatto il tema per il consueto dibattito sulla sua pubblicazione (un corpo senza vita non è più la persona che era), ma soprattutto hanno tentato di interpretarla, di farne un simbolo: «La verità senza sconti, Uno scatto che accusa» (l'Unità), «Un urlo che commuove. La foto che cambia la politica Ue sui rifugiati» (La Stampa), «…chepiega anche Cameron» (la Repubblica), «Le tragedie vanno raccontate. Il dovere di indignarsi» (il manifesto). Tra i tanti s'incontra anche un po' di moralismo a proprio vantaggio: «Non sono gli italiani a doversi discolpare di questa foto» (Il Giornale) e infine Libero, coerente con quanto riferito nella nota che segue: «Ipocriti». Tutti gli altri meno lui? Il vero riferimento di quel corpicino in abbandono e di tutti gli altri bambini vittime del grande esodo dei poveri è un Fanciullo insieme di altri tempi e di oggi: «Non c'era posto per lui nella locanda».LO STATO: ASSASSINO?«Uccisi dallo Stato». «Il governo complice degli immigrati assassini ». Ci sono giornali (in questo caso Libero e Il Giorno, martedì 1) che amano strillare come gli “strilloni” che, un tempo, per le strade, esageravano i fatti per venderne di più. Martedì scorso Il Giorno annunciava che, a Palagonia (Catania), un immigrato aveva ucciso brutalmente una coppia di anziani. Subito Matteo Salvini gli aveva fatto eco su Facebook: «I ministri, chi lo sa, prendono soldi in cambio di questi esseri umani... Vengono a maltrattare le persone che li ospitano... Non si accoglie per accogliere... La colpa è solo dello Stato» (cito da Libero e da Repubblica). Se, però, le cose stessero così, sarebbe logico forse chiamare in causa anche lo Stato degli eroismi altruisti di questo popolo di immigrati a torto malfamati: il marocchino che a Rovigo salvò una famiglia prigioniera di un'auto sprofondata in un canale. Lo straniero che salvò un aspirante suicida dalle acque del Tevere. E poi cinque romeni: quello che in Abruzzo bloccò l'autostrada con il suo camion per salvare dal traffico una bambina di 8 anni ferita e a terra per un incidente; i due che a Olbia salvarono un'anziana e una ragazza dalla casa invasa dall'alluvione; il quarto, che salvò mamma (invalida) e figlia dal crollo della casa; e il quinto che a Tagliacozzo tirò fuori dalla casa in fiamme due anziani e un cagnolino. Eccetera…LA CAMIONATAEcco come Libero (28 agosto) spiega l'«angoscia della Merkel»: «Camionata di morti in Austria». E come Il Giornale denuncia «lo scempio del paesaggio» pugliese: «Le pale eoliche sono l'Isis, la Basilicata la nostra Palmira».