Ai Soliti ignoti, game-show di Rai 1 tra il tg e la prima serata, i concorrenti non vincono quasi mai. Quando lo fanno, portano a casa poche migliaia di euro in gettoni d'oro. È il meccanismo del gioco che non favorisce grandi vincite. Eppure, proprio nei giorni scorsi, il 6 dicembre, si è registrata la vincita più alta: 380 mila euro. Un bel modo per sostenere l'avvicinarsi della prima serata speciale del 23 dicembre dedicata a Telethon, ma soprattutto di quella del 6 gennaio con l'abbinamento alla Lotteria Italia. È un bel modo anche per festeggiare i dieci anni del programma che a fasi alterne va in onda dal 2007. Dapprima con la conduzione di Fabrizio Frizzi e il sottotitolo Identità nascoste. Dal marzo di quest'anno con la conduzione di Amadeus e il sottotitolo Il ritorno. In più, dall'ottobre scorso, grazie alla versione domenicale INsoliti ignoti, va addirittura in onda sette giorni su sette. Il meccanismo è semplice: ogni sera un concorrente ha a disposizione un potenziale di 250 mila euro se indovina la professione o l'hobby di otto persone sconosciute, ad eccezione spesso di una: generalmente un'attrice o un attore lì per promuovere una fiction, uno spettacolo teatrale o un film. Ma solo con il gioco finale del «parente misterioso», indovinando il legame tra un ultimo personaggio svelato e uno degli ignoti presenti in studio, il concorrente si aggiudicherà il montepremi accumulato. Potrà addirittura raddoppiarlo, come nel caso del 6 dicembre, se rinuncia a sapere il grado di parentela. Oppure si dimezzerà se oltre all'informazione sulla parentela chiederà che siano lasciati al confronto solo quattro ignoti. Il gioco sembra comunque appassionare i telespettatori. La forza di questi game-show sta proprio nel coinvolgere le persone a casa che a loro volta provano a indovinare le identità o commentano le decisioni dei concorrenti. La conferma arriva dagli ascolti, sempre alti. La puntata di lunedì, ad esempio, si è avvicinata ai sei milioni con uno share oltre il ventuno per cento. Parte del merito va ad Amadeus, al secolo Amedeo Umberto Rita Sebastiani, che di se stesso racconta di avere lo stesso entusiasmo di quando aveva 18 anni. All'apparenza sembra proprio così. E questa, per un conduttore, è la principale prova di professionalità. Del resto in tv è più importante apparire che essere.