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Quei nostalgici del paganesimo

Pier Giorgio Liverani lunedì 6 dicembre 2004
Pur di negare quelle cristiane, gli epigoni "progressisti" del vecchio anticlericalismo si attaccano «Alle radici pagane dell"Europa». Questo è il titolo di un convegno che si terrà all"Università di Reggio Calabria, i cui contributi prevedibili spazieranno «dalle stragi degli albigesi e dei valdesi alle torture dell"Inquisizione cattolica, al rogo di Giordano Bruno e agli arresti di Galilei». Così ne parla un docente di quell"Università in una lettera cui Panorama (del 2 dicembre) riserva il posto d"onore. Da quel mondo morto e sepolto e ignorando Medioevo e Rinascimento, cioè i secoli in cui il cristianesimo ha prodotto i più grandi frutti dell"arte, della filosofia, della letteratura e della fede, la lettera salta direttamente all"Illuminismo, che, nonostante la Dea Ragione (e il Terrore), ha pescato nel cristianesimo assai più (vedi "libertè, égalité, fraternité") che nel paganesimo. E dimentica l"Europa pagana del monte Taigeto a Sparta, della Grecia in cui pedofilia, aborto, infanticidio, abbandono ed esposizione dei neonati erano considerati atti privati e ad Atene Solone garantiva le prostitute di Stato. Dimentica la Roma imperialista che inventò il colonialismo e che sanciva lo jus vitæ ac necis (diritto di vita e di morte) del bonus paterfamilias sui figli, mettendogli a disposizione la Rupe Tarpea per le uccisioni e le rive del Tevere e il Foro Olimpico per gli abbandoni e dove il massimo divertimento erano i lupanari e gli spettacoli popolari dei gladiatori e del pasto delle fiere a base di cristiani alla salute del divo Cesare. Salvo che Panorama e il suo nostalgico lettore non cerchino nel paganesimo le radici della moderna tratta delle schiave extracomunitarie, dell"aborto di Stato, della vivisezione sugli embrioni, del relativismo morale...
MANIFESTO E BEATITUDINIIn polemica con il libro di Ratzinger e Pera ("Senza Radici", Mondadori), che denuncia il relativismo come la peggior deriva dell"Europa, anche il Manifesto (domenica 28) lamenta la «leggerezza» della mancata considerazione, da parte degli Autori, delle radici «laiche» dell"illuminismo. Poi, a proposito di quelle cristiane, critica il Cardinale perché è stato «esplicito nell"indicare alcune priorità tipiche dell"odierno discorso cattolico: famiglia, sesso, matrimonio, bioetica ecc.»: sarebbe segno di «un livello notevolmente abbassato e lontano dalle altezze del Vangelo». Ratzinger, insomma, doveva invece chiedere di inserire nella Costituzione europea le «famose e dimenticate beatitudini». Il che è un bel modo per sfuggire al discorso di fondo. Come reagirebbe il Manifesto, se la Carta d"Europa dicesse: "Beati i poveri, gli affamati, i perseguitati, coloro che piangono?"
CHI MANGIAVA CHIAnche l"Unità (venerdì 3) ce l"ha con il Presidente del Senato e scrive: «Quando Pera mangiava i preti». È vero, forse è un anticlericale pentito, ma che dire dell"Unità di quando i comunisti... mangiavano i bambini ed esaltavano Stalin e l"Urss? Anche il Manifesto si scandalizza (venerdì 3) per i minatori che muoiono in Cina (4153 quest"anno, 4800 l"anno scorso). Ma lo fa solo adesso e non quando i minatori li mangiava Mao.