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Quanta tv strana al tempo del Covid

Andrea Fagioli mercoledì 4 novembre 2020
Quella ai tempi del Covid è diventata una strana tv. Prendiamo ad esempio la serata di lunedì 2 novembre. Spippolando da un canale all'altro abbiamo incrociato programmi (telegiornali a parte) che parlavano della pandemia e sopratutto delle contraddizioni su come viene gestita questa fase dell'emergenza. È il caso di Report (Rai 3) e di Quarta Repubblica (Rete 4), che da fronti opposti attaccavano il Governo. Anche se poi Report si è tuffato nella più pacifica querelle tra penne lisce e rigate, mentre Nicola Porro è rimasto su temi più impegnati ospitando tra gli altri il vescovo Massimo Camisasca e il nostro Nello Scavo, inviato di Avvenire. Ma lunedì c'è stata anche la morte di Gigi Proietti, che ha un po' scombinato i palinsesti, facendo ad esempio rinviare a Rai 1 l'attesa fiction con Beppe Fiorello, Gli orologi del diavolo, per dare giusto spazio al ricordo dell'attore romano riproponendo il suo Cavalli di battaglia. Sempre lunedì Rai Premium replicava la puntata di Tale e quale show (Rai 1) condotta da Carlo Conti da casa per la positività al Covid, che a parte la battuta dell'amico Giorgio Panariello («Evento storico per la televisione italiana: una settimana senza Carlo Conti») segnava il primo varietà televisivo condotto in remoto. Domani dovrebbe essere imitato da Alessandro Cattelan con XFactor su Sky1. Finora era successo solo per i talk show: vedi Lilli Gruber con Otto e mezzo e Myrta Merlino con L'aria che tira su La7. Nella stessa serata del 2 novembre abbiamo anche assistito a una Striscia la notizia (Canale 5) con Sergio Friscia che affiancava Salvo Ficarra dopo la positività di Valentino Picone e una fugace apparizione di Cristiano Militello. Come se non bastasse, a un certo punto ha fatto irruzione negli studi televisivi la notizia degli attentati a Vienna. Nel darne conto, a parte SkyTg24, che per essere una all news è pure intervenuta con un certo ritardo, dobbiamo riconoscere a La7 di essere stata (se non andiamo errati) la prima tra le tv generaliste a mettere in piedi un'edizione straordinaria del tg. In ogni caso ci tranquillizzava il fatto che il Grande fratello vip (Canale 5) andasse avanti con le consuete liti, le imprecazioni e il sessismo.