Dove finisce la profezia e inizia la polis? Tutti i grandi movimenti carismatici, religiosi, politici, sociali, in una loro scaturigine iniziale, diffondono forza, speranza, fiducia nella possibilità di cambiare il mondo. I primi componenti di queste compagini del sogno e dell'avventura, dell'energia propositiva, della volontà maieutica, sembrano attraversati da una carica elettrica che li spinge all'azione. Li caratterizza una spiccata dimensione interiore, l'idea che gli individui non possano accontentarsi di restare chiusi all'interno della sfera soggettiva, ripiegati su stessi, ma debbano, al contrario, uscir fuori, esporsi, rischiare, fino al punto di mettere a repentaglio chi li circonda. Quel che conta è la realizzazione dell'ideale. Quando il movimento si estende e coinvolge le strutture giuridiche, tutto cambia e assume un altro aspetto. La spinta originaria lascia il posto alla consapevolezza nuova di chi deve portare sulle sue spalle una responsabilità oggettiva che non era stata messa in preventivo. Così spirito e istituzione entrano in contrasto: la stessa propulsione che aveva mosso mari e monti può trasformarsi in una gravosa zavorra. La storia, come sapevano gli antichi, dovrebbe essere nostra maestra: ma ogni generazione anche in questo ricomincia da capo.