Un drammone estivo: un po’ Cenerentola fase matrigna, un po’ Dinasty trattandosi di televisione, un po’ non si sa che cosa. L’importante è non scomodare Cechov per dire delle tre protagoniste della nuova fiction di Canale 5, Come sorelle, il mercoledì in prima serata. A dire il vero, a complicare le cose ci si mette anche una quarta ragazza, collega di orfanotrofio di una delle tre. Eh sì, perché le belle giovani sono state in realtà separate ai tempi della loro infanzia: c’è chi è stata adottata e chi abbandonata. Insomma, non sapevano di essere sorelle fino a che una delle tre, Ipek, poco prima delle nozze con il violento e possessivo Tekin Malik, che tra l’altro ha distrutto la sua famiglia impossessandosi di tutte le ricchezze del padre adottivo, riceve una lettera anonima che le rivela di essere stata adottata e di avere due sorelle, Daren e Cilem, che decide di invitare al matrimonio per conoscerle. Daren si presenta, mentre al posto di Cilem arriva, spacciandosi per lei, Azra. Nel giro di nulla si sviluppa un dramma a tinte forti. Durante la cerimonia spunta un figlio di Tekin di cui non si sapeva l’esistenza e i cui rapporti con il padre sono tutt’altro che idilliaci. Ma questo sarebbe nulla se non fosse che lo stesso Tekin, dopo l’ennesimo eccesso d’ira, viene ucciso dalle tre presunte sorelle, mentre da tutt’altra parte, Cilem, incinta, sta tentando il suicidio dopo che le è stato ucciso il compagno. Non osiamo pensare cosa ci aspetti con le prossime sette puntate di questa fiction i cui nomi tradiscono l’origine turca, la stessa della soap Daydreamer – Le ali del sogno, che sta spopolando nel pomeriggio di Canale 5, e delle precedenti Cherry season e Bitter sweet, a conferma di quanta attenzione ci sia verso queste produzioni diventate un vero fenomeno interno e internazionale, trasformando l’industria televisiva della Turchia in una delle più importanti del mondo. Il problema sono i livelli della scrittura, della regia e della recitazione, talmente approssimativi e votati alle sole contrastate storie d’amore da banalizzare anche temi importanti sullo sfondo come la violenza sulle donne e il femminicidio, mentre rischiano di far apparire negativo un istituto come l’adozione.