Quando la critica è un atto d'amore
di Proust conosce, quando lo conosce, poco più che il nome e il titolo della sua grande opera. Debenedetti, peraltro, non è stato solo un grandissimo critico letterario: si rilegga, in questi tempi grigi, la sua "cronaca" del 16 ottobre 1943, il giorno della razzia nazista nel ghetto di Roma... L'altro libro è uscito di recente per Quodlibet ed è piuttosto consistente. Raccoglie gli scritti che a Simone Weil ha dedicato nel corso degli anni Giancarlo Gaeta, spesso a margine delle opere della Weil curate nel tempo per Adelphi. È oggi il maggior esegeta e divulgatore dell'opera ma anche della figura della Weil non solo in Italia. Si intitola semplicemente Leggere Simone Weil, e vi troviamo la storia di un innamoramento sulle cui basi è cresciuta l'analisi di un'opera tra le più lucide del Novecento, tuttora estremamente coinvolgente se il lettore che l'affronta non vi cerca soltanto una variante filosofica tra tante. Il lettore giusto è chi vi cerca qualcosa che lo aiuti nel tentativo di trovarsi, di giungere a una visione del mondo e a una morale concreta e quotidiana. Per affrontare la Weil, Gaeta è partito dalla biografia che le ha dedicato un'altra Simone, amica della prima, la Pétrement. La vita di un autore (soprattutto se si tratta di un filosofo anche se questo è volentieri dimenticato dai cultori accademici e "specialisti" di filosofia) conta e come! Non conta solo il pensiero, conta attraverso quali esperienze, non solo di lettore, una visione si è formata e imposta, e conta il contesto in cui si è formata. Qualcuno ha scritto che per capire Schopenhauer o Hegel o massimamente Socrate, eccetera, è consigliabile e utile cominciare dalle loro biografie. Dalla raccolta di scritti di Gaeta sulla Weil tratteniamo anche questa indicazione, il monumento alla Weil che Gaeta ha costruito con questo libro è più che un libro, è un atto d'amore e di riconoscenza che ci è necessario poter condividere.