Quando gli italiani "scoprono" la moneta elettronica
Terminata il 31 dicembre la fase sperimentale, che prevedeva il diritto al rimborso fino a 150 euro per almeno 10 operazioni di acquisto effettuate con mezzi digitali (carte di credito, bancomat e app di pagamento, ma sempre dal vivo), sarà decisivo ora il "test di maturità" dell'iniziativa, favorito anche dalla partenza dei saldi. È scattata infatti la seconda fase – dal 1° gennaio al 30 giugno 2020 – che mette in palio un rimborso massimo di altri 150 euro, a condizione però che siano effettuate dal beneficiario almeno 50 transazioni, e che prevede la possibilità di un super cashback: i 100 mila cittadini che effettueranno il maggior numero di transazioni digitali (indipendentemente dall'importo) avranno diritto ad un premio extra di 1500 euro.
Nonostante il tempismo infelice, il successo dell'operazione dimostra che la storica affezione degli italiani verso il contante è figlia nella gran parte dei casi non di interessi inconfessabili, ma di vecchie abitudini e di antichi pregiudizi. E che per abbattere alla radice l'evasione fiscale nel nostro Paese è necessario puntare su un approccio liberale, investendo su incentivi economici e altre "spinte gentili" (seguendo la teoria dei nudge), molto più che su strumenti coercitivi e sanzionatori. Si tratta di una lezione importante, che dovrebbe essere estesa all'intera politica economica del Governo.
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