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Bartolomeo. Quando Dio ci guarda ci sentiamo riconosciuti

Matteo Liut sabato 24 agosto 2024
Sentirci riconosciuti e amati per ciò che siamo rappresenta l’aspirazione più profonda di ognuno di noi. Fin da piccoli, infatti, cerchiamo un braccio forte in grado di sostenerci nel difficile cammino dell’esistenza e allo stesso tempo una mano amica che ci spinga verso orizzonti più ampi. Orizzonti infiniti, se a incrociare il nostro sguardo è Dio stesso. Si sentì così, compreso, amato ed esaltato, san Bartolomeo davanti allo sguardo profondo e accogliente di Gesù: quell’incontro cambiò la vita del futuro apostolo. Il racconto evangelico è il ritratto di un percorso di conversione, che parte dall’iniziale diffidenza per arrivare a una totale offerta di sé. Bastarono poche parole di Gesù, al quale era stato portato da Filippo, per conquistare Bartolomeo (o Natanaele, come viene chiamato nel testo giovanneo) e trasformarlo in un discepolo pronto al martirio: nell’incontro Gesù lo descrisse come «israelita in cui non c’è falsità». Bartolomeo quasi non credeva alle proprie orecchie, ma dopo il breve scambio dichiarò senza indugio: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio!». Non si conosce il destino di questo apostolo dopo la nascita della prima comunità cristiana a Gerusalemme, ma di certo il suo esempio è oggi per noi stimolo a «lasciarci leggere l’anima» da Gesù. Altri santi. Santa Giovanna Antida Thouret, religiosa (1765-1826); beato Edoardo Kazmierski, martire (1919-1942). Letture. Romano. Ap 21,9-14; Sal 144; Gv 1,45-51. Ambrosiano. Ap 21,9b-14; Sal 144 (145); Ef 1,3-14; Gv 1,45-51. Bizantino. 1 Cor 4,1-5; Mt 23,1-12. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata