Nella sala Zuccari del Senato, nello splendore dei suoi stucchi colorati e degli antichi arazzi, si è svolta la presentazione dei "Colloqui" fra le fondazioni Adenauer e De Gasperi. Lo scopo di questi incontri, che si svolgeranno a Roma ogni sei mesi, è quello di istituire una reciproca collaborazione fra personalità del mondo politico, economico e culturale, non solo tenendo conto dei temi di attualità che interessano i due Paesi, ma soprattutto quelli di rilevanza europea. Sarà quindi un forum di discussione e di dibattito costruttivo nel processo di integrazione europea. Le due fondazioni infatti hanno un passato comune nel lavoro e nell'interesse per l'unità d'Europa iniziato attraverso i loro fondatori Conrad Adenauer e Alcide De Gasperi. Possiamo raccontare a chi non lo conoscesse, per ragioni di età o di mancate letture, come fu difficile per la Germania rientrare nel consesso internazionale, dopo aver scatenato una guerra dove tutto il mondo era stato costretto a prendere parte. I Paesi europei semidistrutti da tanta furia non erano pronti a considerare le offerte di pace e di ricostruzione come reale volontà di virtù democratiche e Adenauer trovò all'inizio solo in De Gasperi l'aiuto e la comprensione di cui aveva bisogno per riprendere un'attività politica atta alla ricostruzione della nuova Repubblica federale. Dirà Adenauer che l'Italia fu il primo Paese a stendere la mano alla Germania e a superare la memoria della guerra, soprattutto a disconoscere quell'accusa di colpa collettiva che veniva da più parti imputata a tutto il popolo tedesco. I due partiti, la Dc italiana e la Cdu tedesca, ebbero anni di solidale collaborazione, fondati com'erano sugli stessi valori cristiani, senza per questo pensare ad una Europa carolingia o comunque solo cristiana. Essi avevano forte il rispetto per le idee e i principi di libertà da applicare a ogni uomo e a ogni movimento di idee. Nel 1952 i tedeschi concessero a De Gasperi il premio Carlo Magno con una solenne cerimonia partecipata da tutta la città di Aquisgrana. E questa fu l'unica medaglia che mio padre desiderò venisse portata al suo funerale perché caratterizzava meglio di ogni altra il suo impegno per un'unità di popoli nella collaborazione fraterna, nella costruzione di un'unità che portasse giustizia e amore dimenticando per sempre le rivalità e le guerre. Oggi riprendendo un maggiore vincolo di collaborazione tra le due fondazioni si pensa ad interessare maggiormente i giovani dei due paesi a lavorare per una reale unità politica europea. Le cose avvengono se sono spinte dalla volontà popolare e per questo è necessario ricostruire quel clima di interesse e di conoscenze della integrazione europea in atto e nel suo futuro programma che da tempo sembra languire nella coscienza della nostra politica. A volte l'Europa sembra lontana nella nostra vita di tutti i giorni, ma se viene dimenticata allora saremmo sopraffatti dai paesi dell'Asia che corrono velocemente per superarci nel campo economico e invaderci con i loro differenti principi etici. «Facciamo in modo che l'Europa resti all'ordine del giorno», aveva detto De Gasperi rivolgendosi a un gruppo di giovani.