Siamo in un “nuovo mondo” dominato dalle tecnologie e dalle scienze. Si pensi agli scenari della cosmologia scientifica, alle frontiere della fisica pura e applicata, alle domande della e sulla genetica, per non dire delle acquisizioni dell'informatica, delle scienze cognitive e dell'intelligenza artificiale. Dobbiamo attrezzarci per capire e renderci amico questo futuro-presente carico di complessità e incognite, perché esso mette in discussione le nostre identità consolidate e rassicuranti: l'identità culturale della nostra Europa, sollecitata dall'avvento di culture altre; l'identità professionale, progressivamente scalzata dalla robotica; e la stessa identità personale, che - in un vero e proprio sovvertimento parentale - vede l'eclissi perfino di parole che ritenevamo uniche, inalterabili e insostituibili, che non riusciamo più a pronunciare come abbiamo fatto per secoli. Si pensi alle parole “padre” e “madre”: prima le certificava il sangue (ghénos), poi le garantiva la legge con l'adozione (nómos); ora sia il sangue sia la legge sono soppiantati dalla provetta della tecnologia (téchne), la quale sta esplorando e varcando i territori del trans-umano e del post-umano. E il salto è dalla biologia alla cultura, alla tecnologia.