Ad Arezzo quasi non ci hanno creduto. La diga di Montedoglio presto potrebbe iniziare a fornire l’acqua agli agricoltori della Valdichiana. Un traguardo che per 50 anni è stato un miraggio. La storia, raccontata da Avvenire il 9 luglio, è una vicenda di progetti lunghi, cantieri pressoché eterni e opere realizzate alla fine solo in parte. La diga di Montedoglio (in provincia di Arezzo) è stata pensata negli anni ‘60 e realizzata dieci anni dopo ma senza buona parte delle tubazioni per portare l’acqua ai campi. La situazione era (ed è ancora oggi) questa: la diga ha una capacità di circa 140 milioni di metri cubi di acqua e potrebbe irrigare circa 60mila ettari di preziosa terra agricola toscana, ma in realtà ne serve solo 3.500 perché manca buona parte della rete di tubazioni. Una situazione diventata negli ultimi tempi insostenibile. Da qui la mobilitazione del sistema agroalimentare. «Ospitiamo l’invaso più importante dell’Italia Centrale ma l’acqua non arriva ancora alle aziende agricole», aveva tuonato un mese fa Serena Stefani, presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, appoggiata dalla Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi irrigui e di bonifica. Situazione paradossale, anche perché i progetti ci sono da tempo, e anche buona parte delle possibili fonti di finanziamento. Non, a quanto pare, la volontà politica così come la capacità amministrativa di sbloccare tutto. Insomma, l’acqua di Montedoglio per decenni s’è persa in una sorta di palude fatta di disattenzione, ignavia e approssimazione.
Ma a forza di insistere qualcosa s’è sbloccato. Pochi giorni fa il ministero dell’agricoltura ha destinato quasi 7 milioni al Consorzio per «a realizzazione del primo lotto del Distretto Irriguo n. 23»: è la prima pietra della futura grande rete di tubazioni che tutti aspettano da decenni. Un risultato arrivato sul filo di lana. Anche quei soldi rischiavano di essere persi: solo la velocità dei tecnici del Consorzio nel cambiare il progetto esecutivo, stralciandone una parte da fare subito, ha permesso di accedere alle risorse messe a disposizione dal Fondo Nazionale Investimenti Irrigui.
Intendiamoci, l’acqua di Montedoglio non scorrerà tutta subito in Valdichiana. Ma qualche rivolo sì: 300 ettari di terreno saranno serviti da 3 chilometri di condotte. I tecnici del Consorzio lo dicono chiaramente: «Sarà realizzata una piccola, ma importante porzione dell’intero distretto irriguo che, se e quando sarà ultimato, riuscirà a
dissetare 2.300 ettari, con oltre 40 km di condotte e circa 150 punti di consegna». Il miraggio è un po’ meno miraggio. Per realizzare tutto ciò che serve ci vogliono però 40 milioni. Ad Arezzo sono fiduciosi: qualcosa s’è mosso. Ora c’è da capire se si dovranno aspettare altri decenni per dar l’acqua di Montedoglio a tutta la Valdichiana.
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