Qualche idea per chi dirige gli Istituti italiani di cultura all'estero
Chiaberge sottolinea che gli addetti culturali sono superpagati, ma si comportano come se in cambio non dovessero dare che la loro svogliatezza e incompetenza. Alla svogliatezza del personale dovrebbero rimediare i direttori, mostrando di avere in mente programmi ben ponderati e ferme intenzioni di attuarli. Per la competenza consiglierei due semplici cose. La prima è la lettura delle pagine culturali e dei supplementi-libri di almeno quattro o cinque giornali italiani: ho spesso avuto l'impressione che nei nostri istituti di cultura ci si trovi a corto di informazioni elementari, salvo sognare di avere come invitati Claudio Magris, Riccardo Muti e Umberto Eco. La seconda cosa che consiglierei è invitare ogni anno alcuni storici, critici e giornalisti che tengano lezioni e conferenze sulla cultura italiana degli ultimi decenni, dal 1945 o dal 1960 a oggi. Questo offrirebbe una buona base informativa anche per chi lavora negli istituti o li dirige. È facile, dopotutto, rimediare alle proprie lacune. Basta chiamare qualcuno a raccontarci quello che non sappiamo. Poi qualche idea verrà.