Con il 25 dicembre alle porte siamo tutti iscritti al corso di psicologia degli acquisti. Una materia complicatissima che però prevede due sole domande: il regalo dev'essere utile o simpatico? E ancora: conta più il pensiero o il suo prezzo? Ovviamente l'ideale sarebbe comprare qualcosa di cui c'è bisogno, allegro e, visto con gli occhi di chi spende, poco costoso. Ma, a parte questa verità, il resto è un mare aperto di incognite. Con qualche piccola certezza. Per esempio, all'inizio delle relazioni si punta sul gioco e poi si diventa più razionali. I fidanzati si regalano pupazzi, bamboline, musica, e così anche gli "amici e qualcosa di più" o che puntano a diventarlo: «Ero così stufo di farti regali seri, adesso posso andare di fantasia». I colleghi si scambiano piatti regionali e libri, ai compagni di scuola si mandano biglietti, con chi hai perso di vista può bastare un messaggino. L'ultimo capitolo, il più semplice eppure complesso, riguarda la famiglia: ai figli se si vendesse a rate compreresti anche la Luna, gli anziani hanno spesso freddo quindi vai di sciarpe e guanti, a tuo fratello non hai ancora pensato. E poi c'è la moglie (o il marito), paziente, che riceve la maglia che non voleva, di un colore poco meno che orrendo. Ma che alla fine trova che, sì, le sta da favola.