Che Bruno Palmieri, alias Gigi Proietti, sia un giornalista significa ben poco nelle vicende di Una pallottola nel cuore 3, in onda il martedì in prima serata su Rai 1 con la regia di Luca Manfredi. Potrebbe addirittura rendere la fiction meno credibile visti i pensionamenti e i prepensionamenti avvenuti nei giornali. Trovare in una redazione uno dell'età di Proietti (78 anni fra un mese) è ovvio che sia impossibile. Ma altrettanto lo è di uno come Palmieri, se anche nella finzione avesse molto meno del suo interprete. Ma qui non siamo all'Associazione stampa e non dobbiamo fare nessuna rivendicazione sindacale. Lo spunto serve solo per dire che nella fortunata fiction giunta alla terza stagione non mancano le semplificazioni, qualche banalità e che l'indagine di turno è sempre più poliziesca che giornalistica. Quello che interessa di un giornale è soprattutto l'archivio per accedere alla documentazione su casi freddi o delitti irrisolti. Anche se poi le vecchie vicende pubbliche di cronaca nera si intrecciano con quelle private recenti. Ad esempio nella puntata di martedì scorso si torna a indagare sull'omicidio di un ex calciatore avvenuto nel 1990. Al tempo stesso procedono le indagini per scoprire chi abbia ucciso Enrico, l'ex compagno di Maddalena (Francesca Inaudi), la figlia di Bruno, diventata nel frattempo vicedirettore del giornale dove lavora il padre, di cui di conseguenze è diventata il capo: altra cosa abbastanza inverosimile, come improbabili sono le modalità del lavoro in redazione, ma questo i telespettatori non sono tenuti a saperlo. Un terzo filone riguarda il figlio di Maddalena e nipote di Bruno che nel caso specifico ruba in casa per pagare i debiti di gioco. Mentre a proposito della pallottola nel petto del giornalista-detective, quella che dà il titolo alla serie, martedì non si è detto niente. In ogni caso il mix tra le varie storie risulta a volte forzato, mentre è più che naturale la grande capacità di Proietti di miscelare bene gli elementi del racconto sapendo variare i registri tra comicità, dramma, tragedia e commozione. Non c'è dubbio che la serie sia costruita intorno alle sue doti. Aiutato da un attore comico qui rivalutato come Marco Mazzocca nei panni del fedele fotoreporter Fiocchi. Una spalla ideale per le battute di Proietti.