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PRIMOGENITO DEI MORTI

Gianluigi Corti domenica 8 luglio 2018
Il termine primogenito non viene messo in relazione soltanto al primato solidale che Gesù detiene nei confronti della creazione e del genere umano nella sua fase iniziale. Vi sono due passaggi che ci delineano una prospettiva non incipiente, bensì terminale della primogenitura di Gesù. Nella lettera ai Colossesi si legge: «Egli è il principio, primogenito di coloro che risuscitano dai morti» (1,18). Il versetto mette insieme due parole che abbiamo accostato nei giorni passati: principio e primogenito. Si presenta dunque come una buona sintesi di quanto detto fin ora, ma non solo per ricapitolare i pregressi. Nel nostro caso la spinta in avanti è di una propellenza formidabile. Siamo proiettati non tanto verso la fine della creazione, quanto piuttosto verso il fine di essa: la risurrezione, l'estinzione della morte. Nel percorso storico del creato purtroppo diverse specie si sono spente, quella più odiosa e pericolosa ancora imperversa e inghiotte sebbene lei stessa già inghiottita per la vittoria come ultimo nemico (cfr 1 Cor 15,26.54). Vi sarà una rinascita, una rivincita definitiva della vita sulla morte. A certificare il decesso della morte stessa sarà il “primogenito” colui che l'Apocalisse presenta in questo modo: «Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra» (1,5). La primogenitura di Gesù rispetto al creato è garanzia di creazione nuova nella gloria della risurrezione.