I cristiani della Chiesa di Roma uccisi nell'anno 64 sono radice e icona della Chiesa dei martiri, il cui aspro cammino prosegue ancora oggi. Erano fedeli accusati ingiustamente da Nerone dell'incendio della città, diventando così l'immagine di una comunità cristiana spesso messa a tacere dai potenti di turno. Erano passati pochi anni dalla morte e risurrezione di Gesù a Gerusalemme, ma nella capitale dell'Impero il suo messaggio si era già diffuso. La crisi era dietro l'angolo e serviva un capro espiatorio: si decise che il pericolo veniva dai cristiani, con quella loro fede rivoluzionaria e per questo Nerone li incolpò del grande incendio. Un'accusa che scatenò una persecuzione feroce. Lo storico Tacito nei suoi «Annali» narrava: «Alcuni ricoperti di pelle di belve furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco al termine del giorno in modo che servissero da illuminazione notturna». La persecuzione si protrasse fino all'anno 67. Oggi il loro sangue è ancora radice di speranza per la Chiesa di tutto il mondo.
Altri santi. Sant'Adolfo di Osnabruck, vescovo (1185-1224); beato Gennaro Maria Sarnelli, religioso (1702-1744).
Letture. Romano. Gen 21,5.8-20; Sal 33; Mt 8,28-34.
Ambrosiano. Dt 27,9-26; Sal 1; Lc 8,19-21.
Bizantino. 1 Cor 4,9-16; Mt 9,36-10,8.