Ci sono suore di cui i giornali parlano: negli ultimi trenta giorni, dicono i miei robot, è capitato soprattutto a suor Cristina Scuccia e a suor Eugenia Bonetti. Conosco anche diverse suore giornaliste, e non solo tra le Figlie di San Paolo. Ho saputo persino di una monaca, Miriam D'Agostino, che si è guadagnata un anno fa il tesserino da pubblicista con gli articoli postati sul sito del suo monastero, le Benedettine di Sant'Anna a Bastia Umbra ( tinyurl.com/y58nvyzr ). Ma la storia di suor Martina Purdy l'ho conosciuta solo grazie a Maria Elisabetta Gandolfi, che me l'ha segnalata sul sito "Indipendent Catholic News" ( tinyurl.com/yyurx6xh ). Fino al 2014 suor Purdy è stata una giornalista della Bbc, corrispondente politica da Belfast. Poi è entrata a far parte delle Suore dell'adorazione riparatrice, dedite principalmente alla preghiera contemplativa. Ma non ha perduto affatto la capacità di raccontare. In occasione della Settimana santa, per conto della Conferenza dei religiosi e delle religiose dell'Irlanda ha parlato della sua vocazione descrivendo con fine ironia le analogie e le differenze che intercorrono tra una redazione e un convento. Per lei lavorare alla Bbc è stato un «buon allenamento» alle logiche gerarchiche che governano la vita religiosa, così come all'incontro con le persone e all'ascolto delle loro storie. L'(ex) collega scherza anche sulle incombenti scadenze che governano il tempo in entrambi i contesti, compresa la rassegna stampa (di sfuggita, mentre fa un salto al negozio vicino), che ora le serve per sapere se c'è «qualcuno nei guai per cui pregare». Confessa di preferire citare la Scrittura piuttosto che i politici e il tempo dell'adorazione a quello in cui, da giornalista, era al massimo dello stress quotidiano. E conclude: «La mia missione è ricevere la vita di Cristo nell'eucaristia e comunicarla agli altri: sono ancora nel settore delle comunicazioni. [...] Ero diventata giornalista per cercare la verità. Ora sono innamorata di Gesù, che è la Verità».