«Un panorama assolato, una steppa arida, un'oasi verdeggiante incastonata in una valle, una pista che si dipana negli spazi solitari, qualche raro albero e cespuglio: può sembrare uno stereotipo paesaggistico orientale, ma è effettivamente questo l'habitat prevalente dell'uomo nella Bibbia ed è così che l'acqua costituisce, ieri e oggi, il cardine dei desideri e delle contese, l'archetipo dei simboli e delle idee del nomade e del sedentario». La penna colma di conoscenza di Gianfranco Ravasi va a ricordarci, ancora una volta, quanto essenziale sia sorella acqua. «È molto utile et humile et pretiosa et casta» canta di lei il santo Francesco con stupenda, radiosa soavità. Dovremmo pensarci qualche volta e ringraziare le fonti della terra, le nuvole e la pioggia che dissetano i prati, le maggesi e i letti dei torrenti. Diacona di vita e di progresso, di dignità e di rinnovamento, risorgiamo ogni giorno dall'acqua che beviamo, con cui laviamo il viso e dall'assopimento notturno saltiamo dentro l'argento vivo del giorno. Acqua di grembo e di battesimo, spremuta di futuro dalla roccia del tempo e dell'eterno.