Preti di oggi in un live-show leggero ma non troppo
– tenendo presente che la cifra dello show è il narrarsi con leggerezza – il conduttore, scevro da pregiudizi e assecondato dall’affiatato quartetto dei preti, indirizza bene la conversazione. Essa così tocca la vocazione e la formazione in seminario, alcuni tratti della vita quotidiana (quanto guadagna un prete, dove si veste, se ama gli scherzi) e finalmente alcune situazioni della vita pastorale, come i funerali nei quali il celebrante dimentica il nome del defunto o sbaglia la geografia delle parentele, le confessioni in cui il penitente esordisce dicendo di non avere alcun peccato da accusare e quelle che segnano una vera e propria conversione, le benedizioni che si vorrebbe scendessero sulle persone lontane aspergendone l’immagine sul cellulare. Ottanta minuti di spettacolo Un live-show realizzato per i social media non è un trattato di sociologia religiosa… ma non si può negare che questi 80 minuti di spettacolo, con le risate del conduttore che contagiano ospiti e pubblico, confermano tante cose sul ministero sacerdotale oggi in una provincia italiana e su come viene visto dal di fuori della comunità cristiana (è questo lo sguardo rappresentato dalle domande, e probabilmente anche dal successo del video). Quando i quattro preti parlano della lunga formazione che ha preceduto l’ordinazione si avvertono una certa fatica ma anche un legittimo orgoglio. Gli episodi buffi relativi ai funerali tradiscono il disagio di fornire servizi religiosi a “clienti”, per così dire, poco preparati a riceverli. I riferimenti alle parrocchie accorpate, alle troppe messe da celebrare ogni domenica, al rischio di burnout e alla vita in canonica meglio affrontata se in piccoli gruppi, nonché la presenza stessa tra gli intervistati di un prete straniero, fotografano il cambiamento difficile che è in corso e l’incertezza sul suo esito. Mentre l’assenza di domande sulla collaborazione di laiche e laici alla vita pastorale e sul rapporto con il vescovo confermano che, nella percezione esterna, la Chiesa locale è tuttora identificata con i preti. In sintesi: bravo Luca Dodaro, per la scelta e la gestione dei suoi ospiti; bravi ancor più i presbiteri, che tra candore, disincanto e realismo restituiscono una nitida immagine di fedeltà alla propria vocazione. © riproduzione riservata