«Noi laici, purtroppo, non possiamo avere pregiudizi». Ieri, così la conclusione del dialogo nella vignetta di Staino ("Unità", p. 1) Verità? No davvero. Chi legge questo angolino, da 16 anni e mezzo, ha letto migliaia di volte la dimostrazione dell'opposto: quanti pregiudizi laici... Sia chiaro: ci sono anche credenti, e anche cattolici, che vivono di pregiudizi, ma oggi in pagina cattolica vera, cioè non estremisticamente fondamentalista e magari nostalgica di cose che con la fede nulla hanno a che vedere, mai trovi una così aperta auto-proclamazione, senza eccezioni. Ci sono – certo – i princìpi non negoziabili, ma esistono per tutti, e come tali non possono essere mai liquidati come "pregiudizi", ma giudizi su dati di realtà verificati e argomentati nei secoli, e quindi divenuti qualcosa di base da cui non retrocedere, e nell'approfondimento dei quali procedere nel presente e nel futuro. Un esempio? No! Due. I diritti fondamentali dell'uomo sanciti ufficialmente dalle Nazioni Unite: non si torna indietro! Anche un altro, e forse sorprenderà: i dogmi della fede cattolica e cristiana. Nella visione autentica dei rapporti tra Scrittura, Tradizione e Magistero della Chiesa essi hanno un cammino basato su argomenti provati e ritenuti sufficienti ragionando, pregando, discutendo anche per secoli, e poi arrivando a una formula che non dice fine della ricerca e del cammino in avanti, ma indica una direzione su cui procedere, anche con ragione e dialogo. I dogmi della fede – in realtà davvero pochi – non sono un muro che blocca il cammino della ragione e del cuore, della ricerca e del dialogo, ma una freccia che indica la direzione nella quale procedere, in avanti. Senza pregiudizi, ma con la solida base della rivelazione: una bella base…