Povera laicità laicista...
CERTIFICATI
Contro la «discriminazione» dei «gender» e degli omosessuali la sociologa della famiglia Chiara Saraceno sostiene su La Stampa (martedì 18), che «gli omosessuali maschi e femmine non si sentono meno uomini e donne degli eterosessuali del loro stesso sesso». Hanno, dunque e com'è logico, gli stessi diritti di questi ultimi. Allora perché reclamano un diritto in più, che costoro non hanno, cioè di sposare persone dello stesso sesso? E su quale base? Non un certificato medico, perché guai a dire che sono malati: scrive infatti Corrado Augias (La Repubblica, 20 dicembre) che noi «siamo il solo paese nel mondo occidentale ad avere problemi di questo tipo. Poi c'è l'Islam» (attento, Augias!). Neanche un certificato anagrafico, perché nulla direbbe in proposito. Chissà che non pensino a un attestato di "orientamento" rilasciato, magari, da Repubblica o da Liberazione o dall'Unità?
L'ETICA DELLE DONNE?
All'Università La Sapienza, di Roma, esiste una cattedra di «etica delle donne» (non ne risulta una degli uomini). La titolare, Caterina Botti, in un suo libro ("Cattive madri") «decostruisce l'idea che la maternità sia una tappa obbligata e "biologica" per le donne» (vecchia idea femminista), ma nell'«intreccio donna = madre», cioè nel «destino riproduttivo a cui è stato inchiodato il corpo femminile», Liberazione trova finalmente (mercoledì 19) la novità di «fede e scienza alleate». È un'assurdità negativa, ma forse i laici laicisti inizieranno da qui a scoprire l'alleanza vera tra scienza e fede.