La crisi morde il mondo delle professioni. Gli affari rallentano, la pressione fiscale aumenta e l'incasso delle parcelle si fa sempre più arduo. La nuova operazione del governo per tagliare spese e sprechi aggrava le già difficili condizioni di lavoro degli studi professionali.Nessun ostacolo, però, per l'Inps che - in accordo con l'Agenzia delle Entrate - prosegue imperterrito l'operazione "PoseidOne" (all'inglese), avviata dal 2009 per stanare i liberi professionisti - su una platea di circa 500mila posizioni - che potrebbero avere debiti contributivi verso l'Istituto.Attualmente, nel mirino dell'ente si trovano inquadrati i soggetti che su Unico Pf 2007, periodo d'imposta 2006, quadro Re, hanno dichiarato redditi provenienti da studi legali, di architettura o di ingegneria oppure di dottore commercialista, ragioniere, perito commerciale o paramedico indipendente.Questi professionisti sono stati iscritti d'ufficio nella Gestione separata dei collaboratori, e con sanzioni elevatissime, ma dopo una prima cernita delle posizioni che hanno fatto intravedere una regolarità previdenziale già in atto oppure una esclusione dall'obbligo contributivo. Si tratta, in particolare, dei professionisti che sono in regola con il contributo soggettivo dovuto alla propria cassa di previdenza, i titolari di pensione liquidata da una cassa professionale, i professionisti già pensionati che proseguono l'attività specialistica.Tra i professionisti caduti nella rete, un buon numero è costituito da soggetti pensionati che hanno proseguito l'iscrizione alla propria Cassa, versando però solo il contributo integrativo. Con la manovra estiva del 2011, è stato imposto alle vecchie ed alle nuove Casse di previdenza di accogliere nella rispettiva gestione anche i pensionati con oltre 65 anni che proseguono l'attività professionale e con obbligo di versare il contributo soggettivo sebbene ridotto della metà.Lo sconfinamento dell'Inps nel mondo delle professioni ha suscitato un'ondata di ricorsi dei singoli, ma anche ferme proteste di alcuni Ordini. Risultato: con alcune categorie (ad esempio gli infermieri), è stato siglato un accordo sulle rispettive attribuzioni previdenziali.Sul contenzioso dei singoli professionisti si sta, invece, formando un complesso di indirizzi interpretativi in base alle diverse situazioni che si rinvengono nelle singole professioni.Da ultimo, sono stati considerati diversi casi che potrebbero portare all'annullamento del debito, dopo una attenta valutazione degli uffici:
a) chi esercita l'attività della propria Cassa e, in presenza di altra cassa previdenziale, non è tenuto al contributo soggettivo;
b) il pensionato ora escluso dall'operazione ma che vi rientrerebbe per l'anno 2005;
c) chi svolge attività diversa da quella propria ed essere però obbligato anche ad altra cassa di previdenza;
d) professionista con compensi di collaborazione che sono attratti alla cassa di appartenenza;
e) chi percepisce redditi come diritto d'autore.