Mettere «fuoco in tutta Italia»: non è una minaccia ma l’auspicio che la patrona del nostro Paese, Caterina da Siena, oggi consegna in modo particolare alla comunità dei credenti. Chi, se non i cristiani, testimoni del Vangelo del Risorto, infatti, sa riconoscere le «cose grandi»? «Non accontentatevi delle piccole cose. Dio le vuole grandi», ci ammonisce ancora oggi santa Caterina. Era nata nel 1347 e non aveva frequentato scuole, anche se fin da piccola aveva coltivato un’intensa vita spirituale. Rifiutò il matrimonio cui voleva destinarla la famiglia e chiese solo di poter avere una stanzetta, la sua “cella” dove viveva da terziaria domenicana (o Mantellata, per l’abito bianco e il mantello nero). Lì si ritrovavano artisti, intellettuali, religiosi (che poi si chiamarono «Caterinati») trasformando quel luogo in un “cenacolo”. Lì arrivavano persone in cerca di ascolto, consolazione e incoraggiamento. Con i suoi messaggi (che venivano dettati, anche se lei aveva imparato a leggere e a scrivere) raggiungeva tutti: i potenti, così come i semplici, il popolo, gli ultimi, come i carcerati. Fu anche ambasciatrice presso il Papa ad Avignone per conto dei fiorentini e poi fu chiamata a Roma, dove morì nel 1380. Fu canonizzata da papa Pio II nel 1461 e nel 1939, per iniziativa di Pio XII, fu proclamata patrona principale d’Italia. Paolo VI nel 1970 la annoverò tra i dottori della Chiesa e nel 1999 Giovanni Paolo II la dichiarò compatrona d’Europa, indicandone così l’esempio a tutto il Continente.
Altri santi. Altri santi. San Torpete, martire (I sec.); san Severo di Napoli, vescovo (IV-V sec.).
Letture. Romano. 1Gv 1,5-2,2; Sal 102; Mt 11,25-30.
Ambrosiano. 1Gv 1,5-2,2; Sal 148; 1Cor 2,1-10a; Mt 25,1-13.
Bizantino. At 9,19-31; Gv 15,17-16,2.
t.me/santoavvenire